Guerre dimenticate: oltre 630 vittime “invisibili” al giorno
di Coopi – Cooperazione Internazionale
Nell’ultimo anno il mondo ha assistito a un drammatico aumento di crisi armate che hanno determinato uno spiccato aumento del bisogno umanitario: l’Uppsala Conflict Data Program (UCDP) ha contato 61 conflitti attivi con la partecipazione di almeno uno Stato, il dato più elevato dal 1946. Si stima che nel solo 2024 siano state uccise almeno 233.000 persone in episodi di violenza armata (mediamente, 638 vittime al giorno, una ogni due minuti) e che ci siano stati più di 123 milioni di sfollati a causa di persecuzioni, conflitti armati, violenze, violazioni dei diritti umani e altri eventi che minacciano gravemente la sicurezza pubblica.
Il drammatico scenario è stato descritto in occasione della decima edizione dell’appuntamento “COOPI Cascina Aperta”, nell’ambito del quale è stato presentato il Bilancio sociale 2024 della storica organizzazione umanitaria milanese, che ha appena raggiunto l’importante traguardo di 60 anni di attività. “Nell’anno in corso – ha spiegato il presidente di COOPI – Cooperazione Internazionale, Claudio Ceravolo – sono 305 milioni le persone che, in tutto il mondo, sono in condizioni di necessità di assistenza umanitaria e protezione, ma spesso restano inascoltate, se non del tutto dimenticate». «Oltre ai gravissimi conflitti a Gaza e in Ucraina -prosegue – esistono molte altre aree del pianeta in cui la violenza e le crisi umanitarie sono molto intense, ma rimangono totalmente nell’ombra”.
Sudan: la più grande crisi umanitaria – Il Sudan vive attualmente la più grande crisi umanitaria al mondo: a fine agosto 2025 si stimavano quasi 10 milioni di sfollati interni. Attualmente oltre 30 milioni di persone – più della metà della popolazione – hanno bisogno di assistenza umanitaria: il 51.4% sono bambini, il 43.4% adulti e il 5.3% anziani. Coopi è presente nel Paese dal 2004, e dal 2023 ha riorganizzato i propri interventi per rispondere con maggiore efficacia alla crisi. Nel 2024 Coopi, attraverso 10 progetti, ha raggiunto quasi 150mila persone con interventi legati alla sicurezza alimentare, al miglioramento delle condizioni igieniche, all’approvvigionamento dell’acqua, protezione, assistenza umanitaria e riduzione rischi disastri. Negli ultimi mesi, in seguito al recente attacco al campo sfollati di Zamzam e alla conseguente fuga di centinaia di migliaia di persone verso El Fasher, Coopi ha avviato nell’area un intervento umanitario d’urgenza con il sostegno del Sudan Humanitarian Fund di Ocha, contribuendo a ridurre i rischi sanitari per la popolazione colpita e a garantire standard igienici di base.
Siria: una generazione privata dell’infanzia – A 10 mesi dalla caduta del governo di Bashar Al-Assad, la crisi umanitaria in Siria resta molto grave. Sono ancora 16,7 milioni le persone che necessitano di assistenza e protezione umanitaria eoltre la metà della popolazione versa in una condizione di insicurezza alimentare.[9] In questo scenario, la situazione dei bambini e dei minori è particolarmente critica: si stima che più del 75% dei 10,5 milioni di bambini siriani siano nati durante i 14 anni della guerra civile, trascorrendo la loro intera esistenza in uno scenario di sfollamento, violenza e devastazione. La portata della crisi educativa siriana ha raggiunto vette sconfortanti: quasi il 50% di bambini e giovani è rimasto escluso dalla scuola, sia all’interno della Siria che nei Paesi che ospitano rifugiati. Presente in Siria dal 2016, Coopi, nel solo 2024, attraverso 19 progetti, ha raggiunto quasi 195mila beneficiari.
Repubblica Democratica del Congo: una crisi senza fine – Nella Repubblica Democratica del Congo – soprattutto nella zona orientale del Paese – l’escalation del conflitto armato sta provocando sfollamenti di massa e aggravando un quadro già fortemente emergenziale: attualmente si stima che più di 21 milioni di persone necessitino di supporto immediato in termini di protezione, accesso al cibo, all’acqua pulita, salute, rifugi temporanei e beni di prima necessità. La situazione nutrizionale è allarmante: circa 25,6 milioni di persone affrontano livelli di insicurezza alimentare, di cui 4,5 milioni bambini sotto i cinque anni che necessitano di cure nutrizionali. L’accesso all’istruzione è, naturalmente, compromesso: oltre 2000 scuole e spazi didattici sono stati chiusi nel Nord e Sud Kivu e a quasi 800mila bambini è stata negata la possibilità di ricevere un’educazione. Complessivamente, considerando anche la provincia di Ituri, più di 1,6 milioni di bambini nella Repubblica Democratica del Congo orientale non hanno accesso all’istruzione. Presente sul campo dal 1977, Coopi conosce profondamente il Paese dove svolge attività di protezione, di prevenzione e contrasto della malnutrizione e di promozione della sicurezza alimentare. Attualmente l’organizzazione sta portando avanti 19 progetti nelle zone Nord Kivu, Haut-Katanga, Kasai Central, Ituri e Bas-Uéleé e nel solo 2024 ha raggiunto complessivamente oltre 437 mila beneficiari. In particolare, in risposta alla grave malnutrizione che colpisce il Paese e ai bisogni urgenti di bambini e madri vulnerabili, Coopi si occupa della presa in carico di bambini affetti da malnutrizione severa e moderata, promuove campagne di sensibilizzazione su buone pratiche di allattamento, attiva screening neonatali per la malnutrizione e formazione, crea mense scolastiche e segue l’assistenza nutrizionale per bambini e bambine reintegrati nel sistema scolastico.
L'articolo Guerre dimenticate: oltre 630 vittime “invisibili” al giorno proviene da Il Fatto Quotidiano.