Le piazze hanno costretto Meloni a muoversi su Gaza, smascherando il suo appiattimento su Trump
di Carlo Cotticelli
Le mobilitazioni di queste ultime quarantotto ore un obiettivo politico lo hanno raggiunto: al di là degli interventi stizziti della Presidente Meloni che ha rispolverato il solito repertorio qualunquista e reazionario contro lo sciopero, il governo ha recepito i messaggi della piazza intensificando i contatti con il governo israeliano evitando incidenti che avrebbero portato a conseguenze più gravi considerando che anche in Israele abbiamo una situazione difficile e fuori controllo dove si inserisce la provocazione ennesima del ministro di ultradestra Ben Gvir che non trova di meglio che entrare nelle sale di detenzione ed insultare gli attivisti della Flottiglia contribuendo ad esasperare ancora di più gli animi.
Il lavoro sottotraccia del governo italiano, spinto dalle mobilitazioni di piazza, ha portato a questi risultati, poi vedremo nei prossimi giorni le conseguenze pratiche di tutta questa vicenda che ha comunque sottolineato il troppo immobilismo del governo Meloni appiattito come non mai sulle posizioni e sulle decisioni di Trump senza alcuna proposta politica.
Il movimento di piazza ha se non altro “costretto” il governo a votare una proposta che considera positivamente il piano del Presidente Usa che quantomeno chiede la sospensione del massacro in corso a Gaza e la liberazione degli ostaggi: in altri paesi sarebbe il minimo sindacale, da noi diventa un passo avanti vista l’assenza totale di ogni proposta di mediazione o addirittura l’appoggio incondizionato all’azione del governo israeliano da parte di alcuni membri della maggioranza e soprattutto dei giornali di area e dei loro direttori che nelle loro ultime apparizioni televisive hanno mostrato un nervosismo palese che dimostra come queste manifestazioni abbiano colto nel segno.
Certo gestire queste piazze non è facile e va fatto di tutto per emarginare gli elementi più radicali che vandalizzano stazioni o vetrine di negozi e vanno anche controllati messaggi ugualmente radicali che non aiutano a tranquillizzare il dibattito che invece come vediamo può portare a risultati importanti perché di questa mobilitazione sta parlando tutta Europa e non devono minimizzarla coloro che qualche anno fa scendevano in piazza per i due marò chiedendo ai governi di allora di essere più severi contro il governo indiano.
Lo sciopero porta sempre disagio ma la grande partecipazione ha portato lo stesso ministro Salvini a revocare le minacce di precettazione: si discute sulla violazione del principio di sciopero in questo caso ma siamo convinti di essere che senza pace e libertà non c’è neanche il diritto al lavoro.
Certo la mobilitazione su qualunque cosa crea fastidio e nervosismo a questo governo: se pensiamo ai governi democristiani che per cinquanta anni si sono presi insulti, manifestazioni contro, ma senza mai toccare il diritto di sciopero. Ed a chi dice che le elezioni poi vanno in un altro modo, vogliamo ricordare che si può cambiare anche da fuori, facendo riflettere gli altri, anche chi non voterà mai l’altra parte, perché si può incidere anche mobilitandosi, altrimenti saremmo già nel 1984 di Orwell.
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