Lorenzo Musetti ha smaltito le noie muscolari: domina Comesana e avanza a Shanghai
L’azzurro Lorenzo Musetti, accreditato dell’ottava testa di serie, si mette alle spalle i problemi fisici che lo avevano portato al ritiro a Pechino ed approda ai sedicesimi dello Shanghai Masters 2025 di tennis: l’italiano liquida l’argentino Francisco Comesaña, il quale accusa anche un piccolo mancamento nelle fasi finali del match, con il netto score di 6-4 6-0 in un’ora e 28 minuti di gioco, e lunedì affronterà il vincente del match tra l’altro azzurro Luciano Darderi, numero 26, ed il padrone di casa cinese Yunchaokete Bu.
Nel primo set i primi sussulti nelle fasi iniziali arrivano nel terzo game, nel quale l’argentino deve annullare due break point, non consecutivi, all’azzurro. I servizi dominano nelle fasi centrali della frazione, ma l’allugo decisivo arriva nel nono game: Comesaña finisce sotto 15-40 e la prima palla break è subito quella buona per Musetti per scappare sul 5-4 ed andare a servire per il set. L’azzurro non trema, recupera dal 15-30, e con tre punti consecutivi incamera la prima frazione sul 6-4 in 47 minuti.
Nel secondo parziale Musetti rompe subito l’equilibrio, centrando in apertura il break a trenta, confermato rapidamente. L’argentino non reagisce e nel terzo game si ritrova sotto 0-40, con l’azzurro che alla terza chance trova il 3-0 pesante, che poco dopo diventa 4-0. Il sudamericano finisce sotto 0-40 anche nel quinto gioco e questa volta Musetti sfrutta la seconda occasione per il 5-0. Al cambio di campo l’argentino accusa un lieve mancamento, che spiega le difficoltà accusate nel secondo set, ma decide di non ritirarsi. L’epilogo, però, arriva poco dopo, con Musetti che risale dal 15-30, inanella tre punti, e chiude i conti sul 6-0 in 41 minuti.
Le statistiche sottolineano la superiorità di Musetti, che vince 56 punti contro i 35 dell’avversario, al quale non concede alcuna palla break, mentre l’azzurro ne sfrutta 4 delle 9 avute a disposizione. Il tennista italiano chiude con l’81% di punti vinti con la prima ed il 63% con la seconda, mentre l’argentino si attesta, rispettivamente, al 69% e ad un deficitario 27%.