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La Sicilia non è una regione per archeologi: dei 14 Parchi, nessuno è diretto da un esperto. Al loro posto architetti e agronomi

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La Sicilia è anche la regione dei Parchi archeologici. “Un totale di 14 aree, diffuse capillarmente nell’intero territorio dell’Isola, consolida e definisce il sistema disegnato già quasi vent’anni fa”, spiega il portale della Regione. Ma nessuno di questi parchi è diretto da un archeologo.

Una laurea in architettura per il direttore del Parco della valle dei Templi di Agrigento, il primo ad essere istituito nel 2000 e il più grande d’Europa e del Mediterraneo, con i suoi 1.300 ettari. Una laurea in architettura anche per la direttrice del Parco archeologico di Leontinoi e Megara, uno degli ultimi ad essere istituito, nel 2019. Ugualmente una laurea in architettura per i direttori del Parco archeologico di Segesta, come per quelli del Parco archeologico di Siracusa, del Parco archeologico di Tindari, del Parco archeologico di Morgantina e della villa romana del Casale di Piazza Armerina, del Parco archeologico di Himera, Solunto e Iato, del Parco archeologico di Kamarina e Cava d’Ispica e del Parco archeologico di Naxos e Taormina.

È laureata in architettura anche la direttrice del Parco archeologico di Lilibeo. Così come il direttore del Parco delle Isole Eolie, il quale ha anche seguito un corso di perfezionamento in tutela e sicurezza del lavoratori. Invece, laurea in Scienze agrarie per il direttore del Parco di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria. Una laurea in Scienze agrarie, ma con indirizzo produzione vegetale, per il direttore del Parco archeologico di Catania e della Valle dell’Aci. Infine una laurea in Scienze politiche, indirizzo internazionale, per il direttore di quello di Gela. Insomma, per gli archeologi non sembra esserci spazio nelle direzioni dei siti siciliani: nel 2021 erano solo quattro. Dopo quattro anni, la situazione è peggiorata ulteriormente.

Ma non sembra esserci eccessivo spazio per gli archeologi neppure nei Comitati tecnico-scientifici, presieduti dal Soprintendente per i Beni Culturali e Ambientali, dai sindaci sul cui territorio insistono i Parchi e, appunto, da due esperti designati dall’assessore regionale per i beni culturali e un esperto designato dal sindaco. Nessun archeologo in quello di Gela, come in quello della valle dei Templi, di Selinunte, di Segesta e di Catania e della valle dell’Aci. Da tempo inadeguata anche la dotazione organica del personale addetto ai Parchi e più in generale alle diverse Soprintendenza. Più specificatamente degli archeologi, come sottolineato a dicembre 2022 dalla Confederazione Italiana archeologi e ribadita a settembre scorso da Italia Nostra. L’archeologia senza archeologi? In Sicilia sembra che sia così.

L'articolo La Sicilia non è una regione per archeologi: dei 14 Parchi, nessuno è diretto da un esperto. Al loro posto architetti e agronomi proviene da Il Fatto Quotidiano.




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