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Allegri contro il Milan in Australia (e ci sono pressioni perché salti)

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In Spagna si finirà per tribunali, perché la Liga minaccia causa al sindacato calciatori per le proteste che hanno fatto saltare lo spostamento a Miami della sfida tra Villarreal e Barcellona. In Italia si attende, nel senso che giocare Milan-Como a Pweerth a 14mila chilometri da San Siro, indisponibile per la cerimonia delle Olimpiadi invernali, non piace a nessuno ma per ora rimane un progetto in piedi.

Dopo Rabiot e Maignan e in coda anche a Fabregas, è toccato a Max Allegri dire la sua e spiegare che preferirebbe fare diversamente: “Attendiamo innanzitutto una decisione definitiva, quando arriverà ci comporteremo di conseguenza. Se resteremo in Italia, meglio. Se andremo a Perth ci organizzeremo al meglio perché si tratta di una partita importante con tre punti in palio”. Nulla in confronto alla definizione di “follia” utilizzata da Rabiot, ma nemmeno una posizione pienamente aziendalista.

Più che la posizione di Allegri, però, a mettere in discussione il progetto Australia è nelle ultime ore quanto sta accadendo ai piani alti del calcio mondiale. Non è un segreto che il passo indietro della Liga abbia riacceso i riflettori sulla questione, dopo che la Uefa aveva dato il suo via libera pur confermando la contrarietà a spostare partite di campionato all’estero. Aver creato due precedenti aveva un peso enorme, nonostante la promessa che si sarebbe trattato di due eccezioni in attesa di colmare il vuoto normativo in merito. Ora che la Spagna si è fermata, Nyon ha fatto sapere ufficialmente di continuare a pensarla come prima e cioè che i campionati devono restare dove sono.

Cosa manca al via libera per lo spostamento in Australia

La Lega Serie A tira dritto, ma all’ok definitivo dello spostamento di Milan-Como mancano ancora due passaggi formali non banali. Il primo è quello della AFC che è la confederazione oceanica del pallone. E proprio qui, secondo le indiscrezioni pubblicate dal The Guardian, si starebbe sviluppando il dibattito, con pressioni perché siano gli oceanici ad opporsi così da togliere le castagne dal fuoco alla Uefa (vorrei, ma non ho potuto) e alla Fifa che si dovrà pronunciare per ultima.

Il presidente Gianni Infantino ha già palesato le sue perplessità, però un conto è dire che non piace e un altro andare alla conta e fermare tutto. Ecco perché ad oggi l’idea della Serie A in Australia rimane in piedi, e la Lega la persegue convinta, ma con qualche certezza in meno rispetto a pochi giorni fa. Di sicuro, come ha auspicato Allegri, bisognerà arrivare rapidamente a una decisione per permettere a tutto l’apparato organizzativo di mettersi in modo, soprattutto se si dovrà trasferire un pezzo di campionato a Perth.

Significa spedire dall’altra parte del mondo squadre, staff, televisioni e attrezzature per il Var: un esercito che costerà tra i 3 e 4 milioni di euro e che eroderà parte del gettone presenza garantito dagli organizzatori australiani a Milan, Como e alla stessa Lega.




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