La Ruota della Fortuna continua a battere Affari Tuoi: la competizione porta sempre buoni frutti
All’inizio dell’estate 2025, Mediaset manda in onda su Canale5, quando la tv vive di repliche, un vecchio programma rivisitato, posizionandolo dopo il Tg5 serale, nella importante fascia dell’accesso alla prima serata. Il proposito è di metterlo in controprogrammazione ad Affari Tuoi, al posto di Striscia la Notizia. Si tratta di un programma andato in onda dal 1989 e condotto fino al 2003 da Mike Bongiorno, La Ruota della Fortuna, con quella ruota il cui rumore che produce quando gira sembra rimasto intatto nel tempo, un rumore antico che rallegra chi guardava il programma negli anni ‘90.
L’obiettivo di Mediaset è di contrastare gli alti ascolti del programma concorrente, Affari Tuoi su Raiuno, che si posiziona su cifre superiori al 25% di share, mentre Striscia la Notizia su Canale5 scende sotto il 20%.
L’inizio della Ruota dà risultati più che promettenti, ma si dubita che possa reggere al confronto con Affari Tuoi. All’inizio di settembre 2025, i due programmi si “scontrano” e l’azzardo di Mediaset dà risultati positivi. La Ruota supera Affari; entrambi si posizionano fra il 22-27% di share, così che Rai perde quote importanti di ascolto, Mediaset ne guadagna ancor di più.
Diversi sono i target dei due programmi. Il programma di Canale5 è visto da un pubblico più giovane; Affari Tuoi è visto in prevalenza dalle donne, mentre su Canale5 maschi e femmine si equivalgono; la Ruota prevale nel nord. Per il target più importante per la pubblicità, la fascia 25-54 anni, la forbice si allarga a vantaggio della Ruota. La Ruota ha molti ascoltatori fra gli individui stranieri.
È probabile che i due programmi, vista anche la diversità dei loro pubblici, continueranno a dividersi la metà della platea televisiva.
Gli effetti della vicenda sui due networks sono significativi. Mediaset esce da un periodo di difficoltà sugli ascolti. Gli alti ascolti della Ruota l’aiutano a conseguire spesso il primato nella prima serata.
I problemi maggiori sono per Rai. Come può un programma di circa un’ora essere così decisivo? Innanzitutto gli ascolti della prima serata sono importanti per i ritorni pubblicitari, non a caso questi game show si sono allungati. La “fortuna” della Rai, negli ultimi anni, si deve proprio a questo programma.
Affari Tuoi, partito il 13 settembre 2003 e condotto da Paolo Bonolis, “esplode” subito: una puntata ottiene uno share del 42%, dato che solo il Festival di Sanremo raggiunge. Il programma si attesta sul 30%, cifra ben superiore alla media della rete (23%). Nel 2005 il conduttore ritorna a Mediaset e Affari perde quote di ascolto. Dopo una lunga interruzione, riparte nel 2023 e alla conduzione c’è Amadeus. Il programma di nuovo “esplode”. La bravura del presentatore, la cui notorietà è alimentata dai successi ottenuti con la conduzione di cinque edizioni di Sanremo, porta il programma a primeggiare.
Nel 2024, dopo l’uscita dalla Rai di Amadeus, viene scelto Stefano De Martino, che all’inizio di settembre fa il suo esordio. Il sorriso di un volto giovane e la sua simpatia fanno una sorta di “miracolo”: il programma invece di crollare, come molti ipotizzavano, cresce negli ascolti. Segno della bontà del programma.
Il programma dei “pacchi” disprezzato da molti intellettuali, il programma che “regala” soldi in base alla casualità di scelte fortunate, come sostengono i critici, il programma che non dovrebbe albergare nel palinsesto di un servizio pubblico degno di questo nome, si prende la sua rivincita. Molti dimenticano che il pubblico televisivo dopo una giornata lavorativa e dopo aver sentito nei telegiornali notizie sconfortanti vuole un momento di evasione.
Sostiene Aldo Grasso che è facile fare un programma culturale che magari pochi vedono, basta un “assaggio di cultura, qualche libro, ospiti illustri”, difficile è costruire programmi “leggeri” fatti con garbo e che siano graditi da ampie fasce di pubblico.
I problemi per Rai, a seguito dal calo di Affari Tuoi, toccano tutta l’azienda. Finora la supremazia di Raiuno ha “coperto” la pochezza della sua programmazione. Raidue, la rete di Mare Fuori e di Braccialetti Rossi, è quasi scomparsa; peggior sorte è toccata a Raitre, colpita da una sorta di furore ideologico del vertice. Che rimane della Rai? Che servizio pubblico è se non rappresenta il Paese o ne dà un’immagine distorta?
Si parla di riforma della Rai, resa urgente dopo che l’Europa impone che i servizi pubblici siano autonomi, per le nomine dei vertici e per il loro finanziamento. La dipendenza della Rai dal governo pone ora l’azienda “fuori dalla legge”. Sono state presentate in Parlamento diverse proposte di legge e vedremo se si arriverà a una buona riforma, che garantisca la pluralità e la competitività. Come insegna la storia dei due programmi, la vera competizione porta sempre buoni frutti.
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