Boris Becker: «Vi racconto i miei otto mesi di carcere»
L’uomo oltre il tennista. Boris Becker non è solo il giovane prodigio che a diciassette anni vinse Wimbledon. In «Inside», il campione tedesco racconta una vita fatta di vittorie straordinarie, ma anche di cadute dolorose. Il libro non è dunque solo un’autobiografia sportiva, ma un racconto umano, che mostra il lato fragile e autentico di un mito del tennis. Becker ripercorre la sua ascesa fulminea, le pressioni dei riflettori e la necessità di proteggere se stesso, svelando come dietro il talento ci sia sempre una persona che affronta le sue paure con responsabilità.
La carriera sportiva di Boris Becker
Non v’è alcun dubbio. Boris Becker, a ventisei anni dal ritiro, resta uno dei tennisti più popolari di sempre, non solo per i successi ma anche per la sua fama da playboy. Vinse Wimbledon a 17 anni, chiudendo la carriera con sei Slam, Atp Finals, Grand Slam Cup, due Coppe Davis e un oro olimpico in doppio, ma non riuscì mai a conquistare il Roland Garros, la sua bestia nera. Il suo tennis, potente e aggressivo, brillava soprattutto su erba e carpet, grazie a un servizio devastante e grande agilità (famose le sue spettacolari volèe in tuffo). Dopo il ritiro lavorò come commentatore per la Bbc, tentò l’imprenditoria e il poker sportivo. Dal 2013 è tornato stabilmente nel tennis, come coach di Novak Djokovic, commentatore per Eurosport e responsabile del settore maschile della Federtennis tedesca. Insomma, lo sport è sempre stato al centro della sua quotidianità, tra vittorie e sconfitte.
«Inside»: l’abisso del carcere
Tra i momenti più difficili della sua vita, Becker descrive gli otto mesi di carcere. Costretto a dichiarare bancarotta e accusato di aver nascosto alcuni beni, l’ex campione fu condannato a due anni e mezzo, ma rimase in prigione sette mesi. Le esperienze dietro le sbarre – da Wandsworth a Huntercombe – sono raccontate con crudezza e onestà: dalla paura dei compagni di cella, ai tentativi di ricatto e perfino alla minaccia di ucciderlo da parte di un detenuto pericoloso. Non si tratta solo della dura permanenza in un penitenziario, ma di una testimonianza su come affrontare il dolore, la lotta per la sopravvivenza e la perdita della propria identità.
La forza della rinascita
Il nucleo di «Inside» è però la rinascita. Becker mostra come, nonostante tutto, sia possibile ricominciare. La resilienza emerge nei piccoli gesti quotidiani, nella capacità di rialzarsi, ricostruire relazioni e affrontare le proprie fragilità. Scrivere il libro è stato per lui un atto di guarigione, un modo per dare senso a ricordi dolorosi e incubi ancora presenti.
Oggi Becker vive in Italia (a Milano), dove ha ritrovato serenità e, circa un anno fa, è riuscito a chiudere definitivamente i conti con i debiti. Il libro rappresenta un’eredità che va oltre i trofei: insegna che la vera grandezza non si misura solo con successi e record, ma con la capacità di resistere alle cadute e trasformarle in nuove opportunità. «Inside» è quindi un racconto universale: parla a chiunque conosca il sapore amaro della sconfitta e il coraggio necessario per rialzarsi.
