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Pliskova riparte dall’Australia: “Non ho aspettative, voglio solo godermela”

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Per una che è stata numero 1 al mondo e due volte finalista Slam, ritrovarsi fuori dalle prime mille giocatrici del ranking WTA deve essere una condizione a dir poco complessa con cui convivere e fare i conti. Karolina Pliskova è pronta però a ripartire, ha preparato il suo ritorno in campo curando minuziosamente i dettagli e adesso non vede l’ora di vivere le emozioni che tale rientro comporterà.

Tutto era precipitato nell’estate del 2024, quando allo US Open la trentatreenne ceca subì un tremendo infortunio alla caviglia che la obbligò a sottoporsi ad un doppio intervento chirurgico. L’ultima partita nel circuito risale al secondo turno di Flushing Meadows dello scorso anno, quando si ritirò dopo appena tre quindici contro Jasmine Paolini. Una banale storta alla caviglia sinistra che tuttavia si rivelò ben presto più grave del previsto, costringendola ad andare una prima volta sotto i ferri a meno di una settima dal forfait newyorchese (primo intervento il 4 settembre 2024, secondo intervento il 15 maggio 2025).

In realtà, il suo come-back dopo la duplice operazione si è già materializzato in autunno ma si è trattato di una comparsata momentanea: tre match disputati – peraltro tutti a livello Challenger: a Caldas da Rainha in Portogallo, dove ha ottenuto l’unico successo sulla francese Andrianjafitrimo e nella località di Samsun in Turchia – e di nuovo nel dimenticatoio dei box. Proprio quell’assaggio di competizione agonistica, forse eccessivamente frettoloso ma utile a soddisfare il suo desiderio di riassaporare certe vibrazioni, le ha fatto pienamente comprendere come il percorso intrapreso per tornare anche solo in parte ai luoghi d’élite tennistica a cui è sempre stata abituata, oltre che per indossare di nuovo i panni della tennista che è abbiamo ammirato nel recente passato, sarebbe stato molto più duro di quello che immaginasse. A tal punto da credere che la sua carriera fosse già finita senza che potesse salutare sul campo: “C’è stato anche un momento in cui ho pensato che forse non sarei mai più tornata. Non era solo il piede a farmi male: mi facevano male la schiena, il braccio, tutto. Non aveva senso” ha dichiarato la finalista di Wimbledon 2021, intervistata in patria prima della partenza verso la terra dei canguri.

Il luogo dell’anima tennistica per rimembrarsi ancora

È sempre stata la mia parte preferita della stagione, ho sempre apprezzato tutti i tornei lì. Quindi sono ancora più entusiasta che il ritorno sarà in Australia, soprattutto perché l’anno scorso non ho potuto esserci. Ma non ho aspettative, voglio solo godermela. Non solo i tornei, ma tutta l’atmosfera. Non sai mai quando potrebbe essere l’ultima volta. Non credo che ci tornerei solo per una visita dopo la fine della mia carriera

La programmazione

Comincio a Brisbane, come quasi ogni anno. Di solito lì ho fatto bene, quindi userò il ranking protetto per quel torneo. Poi Adelaide e infine Melbourne. Quindi, tre tornei“.

Il primo ritorno nello swing asiatico e le incertezze sulla possibilità di rientrare

Devo dire che ora le cose si sono un po’ stabilizzate. Forse in autunno ho ricominciato troppo presto. Il piede non era pronto, e nemmeno il mio fisico. Ora va meglio. Ho passato quasi tutto dicembre senza grossi problemi. Ovviamente le partite sono un’altra cosa, mi mancano molto. Non mi illudo che andrà tutto liscio. So che il rientro potrebbe non essere perfetto come vorrei. Ma mi sono allenata parecchio, anche se non quanto da giovane. Però credo di essere pronta. Mi sono chiesta se ne valesse la pena. Poi però mi sono presa un po’ di tempo, ho preso le distanze e ho iniziato ad allenarmi in modo diverso. Anche per questo ho deciso di voler riprovare a inizio anno“.

La fiducia acquisita durante la preparazione

Ho giocato molte partite di allenamento, che mi hanno dato un po’ di ottimismo. Ho giocato due volte con Ekaterina Alexandrova e anche con Nikola Bartunkova. A Tenerife ho disputato due o tre partite, anche contro Julia Grabher, e poi a Praga con Katerina Siniakova. Di solito perdevo la maggior parte delle partite di allenamento, ma questa volta sono andate quasi tutte bene. È stata una bella sorpresa. Non voglio giudicare troppo dagli allenamenti, ma quando ho provato a rientrare in autunno giocavo malissimo e vincevo a malapena un set. Ora mi sento molto meglio

Il tennis femminile visto da fuori

Credo che sia in continua evoluzione e tutto sembra andare sempre più veloce. Tutte lavorano sodo, anche se non ci sono stati grandi salti. Le migliori sono rimaste abbastanza stabili negli ultimi anni, ma ci sono anche nuove giovani. Ora ci sono poche giocatrici che si limitano a correre e rimandare la palla. La tendenza è verso un tennis rapido, senza scambi lunghi. Il gioco è più basato su potenza e velocità, e non c’è molto tempo per pensare, il che potrebbe essere un piccolo vantaggio per me“.

L’Australia un test per avere risposte importanti: del domani non v’è certezza

No, non ho ancora fatto nessun piano per il prosieguo della stagione. Sinceramente, voglio prima vedere come andrà in Australia e poi magari faremo un piano più a lungo termine. Vedrò come andranno le partite, come mi sentirò mentalmente e fisicamente, e quanta voglia avrò di continuare. Non voglio forzarmi. Se non sto bene fisicamente, so che non avrebbe senso andare avanti“.

Il non utilizzo del ranking protetto e l’accurata selezione di quando scendere in campo

Sì, lo so. Non ho ancora usato in nessun evento il ranking protetto. Mi hanno anche offerto molte wild card, quindi in linea teorica potrei giocare parecchi tornei. Ma voglio davvero scendere in campo solo se posso farlo senza dolore altrimenti non mi divertirei“.




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