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Декабрь
2025

Il ragazzo seduto davanti ai poliziotti in moto il simbolo della rivolta in Iran. Il video diventa virale

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Un ragazzo si accuccia sull’asfalto e aspetta un’orda di agenti in moto. Ha fatto il giro del mondo diventando simbolo della protesta un video girato in viale Joumhouri, nel centro di Teheran, mostra una persona – identificata da molti come un giovane – seduta a gambe incrociate sull’asfalto, immobile, mentre di fronte avanzano decine di poliziotti in moto, vestiti di nero e con il casco. Alle sue spalle la folla fugge tra i lacrimogeni. Il filmato, ampiamente condiviso sui social e rilanciato dai media internazionali, è stato paragonato al celebre “uomo del carro armato” di Piazza Tienanmen, diventando il simbolo visivo di una rabbia silenziosa contro l’iperinflazione e il deterioramento delle condizioni di vita.

Le proteste tornano a infiammare l’Iran e assumono dimensioni che non si vedevano dal 2022. Dalle università di Teheran a quelle di Isfahan, studenti e commercianti sono scesi in piazza contro una crisi economica sempre più soffocante, segnata da inflazione fuori controllo, carovita e dal crollo del rial ai minimi storici sul dollaro. Una mobilitazione ampia, confermata anche dall’agenzia Ilna, vicina al movimento operaio, che ha coinvolto alcuni degli atenei più prestigiosi del Paese e il cuore del commercio tradizionale, il Gran Bazar della capitale.

A innescare la rabbia una situazione economica giudicata insostenibile con è un aumento vertiginoso dei prezzi dei beni alimentari e di prima necessità, che mette in ginocchio le famiglie. A peggiorare il quadro, anche la recente revisione del prezzo della benzina.

Le cause della crisi sono molteplici: dalle sanzioni internazionali alla cattiva gestione interna, fino al trasferimento delle entrate verso alleati e intermediari regionali. Pesano inoltre il fallimento dei negoziati sul nucleare con gli Stati Uniti e il timore di un nuovo conflitto con Israele, che ha avuto un forte impatto psicologico sui mercati. In questo contesto, mentre i commercianti protestavano al Bazar, il capo della banca centrale Mohammad Reza Farzin ha rassegnato le dimissioni, segnale della tensione ai vertici del sistema.

Il presidente Massoud Pezeshkian ha cercato di abbassare i toni, chiedendo al ministro dell’Interno di ascoltare le “richieste legittime” dei manifestanti e di avviare un dialogo. Un messaggio rivolto in particolare ai negozianti, storicamente decisivi anche durante la rivoluzione islamica del 1979. Ma sullo sfondo resta una situazione diplomatica complessa: gli alleati regionali di Teheran appaiono indeboliti, mentre dagli Stati Uniti arrivano parole dure. Donald Trump ha avvertito che un eventuale riarmo o la ripresa del programma nucleare porterebbero a una reazione drastica di Washington. A queste dichiarazioni hanno fatto da contraltare aperture prudenti del ministro degli Esteri Seyed Araghchi, che ha invitato a riprendere i negoziati, e i contatti con Mosca, con il Cremlino che si dice pronto a favorire un allentamento delle tensioni regionali.

L'articolo Il ragazzo seduto davanti ai poliziotti in moto il simbolo della rivolta in Iran. Il video diventa virale proviene da Il Fatto Quotidiano.




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