Perché si indossa intimo rosso a Capodanno? Dall’antica Roma al Medioevo, le origini del rituale “scaramantico” e i modelli di tendenza per l’ultimo dell’anno

«Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male» – così recitava Eduardo de Filippo in una delle sue frasi più famose. C’è qualcosa di affascinante nelle superstizioni: anche se non ci crediamo, è sempre meglio seguirne le regole (che non si sa mai), è una forza più potente della nostra razionalità. Tante sono le credenze che ci accompagnano nell’ultima notte dell’anno, che si tratti di mangiare cotechino e lenticchie al cenone o chicchi d’uva ai rintocchi in attesa della mezzanotte, per ottenere una sorte migliore. Superstizione o tradizione che sia, la più comune – e la più sensuale – per celebrare al meglio il Capodanno è quella di indossare intimo rosso per ricevere fortuna e prosperità. Per i più tradizionalisti, l’usanza vuole che questo sia nuovo, regalato e che si getti via all’indomani.

Ma com’è nato questo rituale? La risposta o, meglio, le risposte, risalgono a molto tempo fa. Nell’Antica Roma era considerato di buon auspicio indossare per l’arrivo del nuovo anno un drappo rosso, che simboleggiava il potere, ma anche la fertilità, il cuore e la fortuna. Più avanti, nel Medioevo, ci si difendeva dal male e si scacciavano le streghe – che, secondo la leggenda, si sarebbero abbattute sui villaggi allo scoccare della mezzanotte – portando addosso un ritaglio di tessuto vermiglio. Infine, secondo la tradizione cinese, il colore rosso ha il potere di allontanare gli spiriti malvagi e simboleggia la buona sorte.

Il panorama lingerie donna in Italia e le chicche in rosso per questo Capodanno

Quindi, che vogliate sentirvi comode o sexy (ce n’è per tutti i gusti), un completo di lingerie rossa è il modo migliore per festeggiare il Capodanno. Come ogni anno, anche per questo inverno 2025/2026 ci vengono in soccorso i brand del settore, che presentano diverse alternative per questa occasione speciale. Mancano all’appello i tradizionali marchi del lusso, che sembrano non interessarsi all’usanza – anzi, all’intimo in generale – non proponendo nessuna collezione specifica per l’occorrenza. Un fatto che sorprende, se consideriamo che in Italia nel 2025 il segmento vale sui due miliardi di euro e prevede un tasso di crescita annuo dell’1.48%. Sono infatti in aumento i piccoli marchi di lingerie – come Chantelle, Oscalito e LATTE The Label (tra gli altri) – che, con i loro prodotti di alta qualità, cercano di accaparrarsi un posto in questa fascia di mercato in espansione. Un mercato che promette bene e che potrebbe quindi essere valutato diversamente in futuro dal mondo del lusso come opportunità di investimento. Un barlume di speranza in quest’ambito è dato da Dolce&Gabbana, che propone un’ampia selezione di prodotti – rigorosamente in pizzo o con le sue stampe riconoscibili – declinati in toni neutri come il nero e il crema, o in toni accesi come il fucsia, il verde, ma anche il rosso, con reggiseni e slip che risultano involutamente perfetti per essere indossati durante l’ultima notte dell’anno.

Non mancano, poi, collezioni riservate alla magia delle Feste – o selezioni di articoli scarlatti – da parte dei marchi su cui si può sempre contare in fatto di intimo. Nella sua capsule collection dedicata, Intimissimi racchiude il suo stile audace e raffinato in balconcini, triangoli, (super) push-up, slip, brasiliane, perizoma e culotte di un intenso ciliegia, il tutto in seta, in cotone o in pizzo. Ma non solo: la collezione si completa con body, guêpière, vestaglie, baby-doll e reggicalze, segno di un brand che vuole diversificare la sua offerta con capi ricercati nello stile – ma anche nella qualità – riposizionandosi in una fascia più alta. Un fenomeno che non interessa solo i suoi prodotti, ma anche i negozi e la percezione del consumatore, vedi la nuova apertura della boutique in via Montenapoleone a Milano e il placement nella quinta stagione della serie Emily in Paris, in cui Intimissimi è dipinto come il lusso per eccellenza nella lingerie da donna in Italia.

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