Silenzio per gli italiani morti a Dacca "perché non sapevano il Corano". Nessuna petizione, nessuna foto, nessuna solidarietà. Ma quando ad essere colpiti sono degli stranieri, gli studenti si mobilitano in loro soccorso contro il razzismo. Questa la sintesi, ora passiamo ai fatti. I protagonisti della storia sono dei ragazzi, radunati attorno ad una associazione studentesca chiamata "Rete degli studenti medi".Come noto, a Dacca, la capitale del Bangladesh, 9 italiani sono stati uccisi dai terroristi islamici. Pochi giorni dopo, a San Benedetto del Tronto, si diffonde la notizia che alcuni bengalesi venditori di rose sarebbero stati picchiati "perché non sapevano il Vangelo". Notizia peraltro falsa, come conferma la questura di Ascoli Piceno.Niente solidarietà ai morti di DaccaDopo la macelleria islamica, i ragazzi della Rete degli Studenti Medi hanno taciuto. Silenzio. Il profilo Facebook risuona come una valle con l'eco. Subito dopo il (fasullo) fattaccio di San Benedetto, invece, si sono idignati per il pestaggio dei bengalesi. "Ieri è avvenuto un fatto orripilante - scrivevano -: dei venditori di rose sono stati picchiati e derubati da un gruppetto di giovani 'perché non sapevano il vangelo'. Questo è un avvenimento gravissimo per la città di San Benedetto. Il razzismo ed il fascismo non fanno parte della nostra comunità! Per questo l'Associazione Studentesca Robin Hood ha lanciato una foto-petizione per esprimere solidarietà alle persone offese e per dimostrare che San Benedetto non condivide e non tollera questi atti". A seguire un diluvio di foto con cartelli dove campeggia la frase: "Nemmeno io conosco il Vangelo".Sarebbe stato bello vedere lo stesso attivismo di selfie, corredati di cartelli con cinque semplici parole: "Nemmeno io conosco il Corano". Invece niente. La Rete degli Studenti Medi è stata sommersa dalle critiche, tanto che è stata "costretta" a spiegare che l'hanno fatto solo in favore dei bengalesi "perché il fatto è successo nella nostra città". "Non vogliamo 'proteggere' i bengalesi per il fatto che siano stranieri - continuano - Per noi non esistono differenze di nazionalità. Non vengono prima gli italiani. Per noi vengono prima gli esseri umani. Ovviamente siamo rammaricati per ciò che è successo a Dhaka, come lo siamo per ciò che è successo a Baghdad, dove il giorno dopo i fatti del Bangladesh sono morte 250 persone causando il secondo attentato più grave della storia dell'Iraq. Lo siamo per Istanbul, Parigi, Bruxelles. Riteniamo però che ciò (come invece qualche commento sostiene) non giustifichi il fatto successo nella nostra città. Quelle persone non hanno mai ucciso nessuno. Non è colpa loro se 9 italiani sono morti".
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