Forse oggi lo vedremmo con qualche capello bianco, un po’ diradati ma sempre con i suoi caratteristici occhialini tondi sul naso aquilino. Ma John Lennon, oggi, sarebbe sempre lì, su un palco a cantare alcuni brani dei Beatles ma soprattutto le sue canzoni di protesta, anti capitaliste e anti convenzionali. E chissà cosa avrebbe poi prodotto negli anni ’80,’90 e ’00. Curiosità che non avranno mai una risposta perché la sera dell’8 dicembre 1980, Mark Chapman decise di spezzare la sua vita a soli 40 anni. Cinque colpi partiti da una calibro 38 azionata da un fan invidioso della vita sfarzosa e del successo dell’ex Beatle e deluso dalla sua condotta di vita. In fondo lo ammise Chapman stesso vent’anni dopo: “Mi sentivo tradito, ma a un livello puramente idealistico. Era diventato un parassita che viveva la dolce vita in un elegante appartamento di New York. Mi sembrava sbagliato che l’artefice di tutte quelle canzoni di pace, amore e fratellanza potesse essere tanto ricco. La cosa che mi faceva imbestialire di più era che lui avesse sfondato, mentre io no. Nella cieca rabbia e depressione di allora, quella era l’unica via d’uscita. L’unico modo per vedere la luce alla fine del tunnel era ucciderlo”. John Winston Lennon era nato a Liverpool il 9 ottobre del 1940 e a sedici anni incontra dapprima Paul McCartney, poi George Harrison e infine Richard Starkey, poi conosciuto come Ringo Starr. Insieme a questi, Lennon ha scritto la storia della musica. Lui come pochi altri, dagli stessi altri Beatles ai Rolling Stones, Da Elvis Presley a Hendrix, ai Beach Boys a pochissimi altri. Certo si discuterà a lungo su chi sia stato il vero genio dei Fab Four, anche se come in altri casi (come i Pink Floyd o i Genesis) era l’unione dei geni dei componenti della band a creare la magia che ancora oggi risuona nelle nostre orecchie. Di una cosa si è certi però: dopo la fine dei quattro di Liverpool, John Lennon è sicuramente stato il cantautore più completo, riuscendo a unire bellissime musiche sempre orecchiabili e ben costruite a testi mai banali come Woman, Mind Games, Jealous Guy, Working Class Hero. Lennon privato. Ma chi era John Lennon. Un personaggio dai mille volti, dalle mille esperienze. Privatamente è stato padre sconsiderato con il primo figlio Julian, e amorevole con il secondo, Sean. Con Julian era un padre assente, strafatto, violento e iroso. Lo stesso Julian dice: “Mio padre cantava d’amore, parlava d’amore, ma non ne ha mai dato, almeno a me che ero suo figlio”. Ma con Sean era diverso. Nel figlio avuto da Yoko Ono ha riversato tutto quell’amore che non aveva donato prima, passando tanto tempo con lui, dedicandogli canzoni. E anche con le due mogli è stato marito a due facce. Con Cynthia era sempre scontroso, irascibile, assente e aggressivo. L’ha tradita diverse volte e glielo rinfacciava anche. Ma con Yoko era tutta un’altra persona. Non si separava da Yoko neanche per un minuto, lavorava con lei, condivideva tutto, le dedicava canzoni, era il centro del suo universo. Lennon musicista. E musicalmente Lennon era poliedrico, folle e commerciale allo stesso tempo. In realtà ci sono diverse epoche della sua vena artistica. Prima il beat, con i Quarryman prima e con i primi Beatles poi (quelli di Love Me Do per intenderci). Ma già dal ’65 Lennon cerca nuove ispirazioni, nuove idee. Anche le più assurde, come l’improbabile accozzaglia di rumori e conversazioni di Unfinished Music, No.1: Two Virgins e Unfinished Music, No. 2: Life With The Lions e The Wedding Album. Finita la sbornia sperimentale Lennon ritorna a lavorare sui dischi più beatlesiani, arrivando, con gli altri, a comporre le pietre miliari di Revolver, White Album e Sgt Pepper. Terminata l’epopea Beatles arriva il primo vero album: John Lennon/Plastic Ono Band. Un album che è un mix tra la critica al mito dei Fab Four, la presa di coscienza della sua vita e dei suoi ideali “socialisti” con i brani Mother, Working Class Hero e I Found Out. Gli anni ’70 poi passano così, con gli inni pacifisti e antisociali di Imagine e War is Over (If You Want It). Fino a Double Fantasy del 1980. E proprio mentre l’album stava scalando le classifiche arrivò la tragedia dell’8 dicembre 1980. Il mondo, in lutto, si ferma a ricordarlo. Il 14 dicembre successivo milioni di fan si uniscono per commemorarlo con dieci minuti di silenzio. E oggi, a 35 anni di distanza dalla sua morte, il mito di John Lennon resta più che mai vivo e attuale.