Dopo tre anni di lavori socialmente utili, i bulli festeggiano: «Fanc… sbirri»
Un percorso rieducativo durato tre anni sembra non essere stato sufficiente per aiutare quattro adolescenti accusati di bullismo ad acquistare consapevolezza delle proprie responsabilità. I ragazzi, appartenenti a famiglie perbene, appena usciti dal tribunale dei minori, hanno girato un video in cui insultavano le forze dell’ordine e deridevano le istituzioni: «Siamo liberi, fanc… sbirri», dicono nel filmato, che adesso è stato consegnato ai carabinieri per gli accertamenti necessari.
È accaduto a Ciriè, in provincia di Torino. Nel 2016, i quattro bulli avevano preso di mira un compagno: per otto mesi lo hanno minacciato e picchiato. In un’occasione lo avrebbero anche preso a cinghiate e gli avrebbero sputato addosso. Sono stati tutti ritenuti responsabili di ingiurie, minacce, lesioni personali, atti persecutori e tentata rapina. Avevano cominciato prendendo in giro il compagno: «Puzzi», poi sono passati agli sputi e alle mani. Continuavano la persecuzione anche fuori da scuola: in una birreria avrebbero addirittura messo degli escrementi nell’hot dog del compagno, uscito per qualche minuto dal locale.
Solo dopo mesi la vittima ha denunciato i compagni. La magistratura, a conclusione delle indagini, aveva disposto per i quattro bulli un percorso di tre anni di lavori socialmente utili. Di fronte al video di insulti alle autorità, finito sui social, alcuni amici degli adolescenti hanno cercato di minimizzare, parlando di «bravate per esorcizzare la tensione in tribunale», fatte «per lenire le sofferenze patite in questo periodo».
Cinzia Somma, una degli amministratori del blog L’Altra Ciriè, aveva postato un intervento per commentare il filmato dei quattro adolescenti: «Come è possibile che all’interno di un tribunale e all’uscita, dopo 3 anni passati tra giudici e avvocati, a fare lavori socialmente utili, colloqui con psicologi e assistenti sociali, come caspita è possibile che questi 4 pubblichino video in cui dicono testualmente “fanculo sbirri” e l’altro replica “poi questo lo togliamo”, ma da veri volponi quali sono si son dimenticati di farlo?». E ancora: «Come è possibile che abbiano pubblicato foto con le mani incrociate come se fossero ammanettati? […] E poi ancora stati su instagram: «Finalmente ce ne siamo lavati le mani per bene”? Ma vi rendete conto che questi ragazzi non hanno capito nulla del gesto che hanno fatto?». Ma, a Repubblica, ha spiegato di essere stata attaccata per quel post, «sia da un paio di ragazzi, non direttamente coinvolti nella vicenda ma vicini agli autori, sia dagli stessi genitori dei ragazzi, tramite messaggi privati».