Immunonutrizione: l’alimentazione che rafforza il sistema immunitario
La nutrizione gioca un ruolo fondamentale per il corretto funzionamento del nostro sistema immunitario. Ecco perché si parla di immunonutrizione, ovvero un’alimentazione antinfiammatoria e di prevenzione per molte patologie. La chiave della longevità e della buona salute è nell’ottimizzazione della risposta di risoluzione interna dell’organismo al danno infiammatorio. Ne è convinto il professor Barry Sears, presidente dell’Inflammation Research Foundation, specializzato nel controllo dietetico delle risposte ormonali e ideatore del regime alimentare Zona. «L’immunonutrizione è fondamentale finché dovremo convivere con il Covid-19 perché permette di poter contare su un sistema immunitario più resiliente. Non si tratta solo di seguire una dieta o di assumere un integratore, ma è una orchestrazione più complessa della risposta ormonale e genetica che tramite l’alimentazione può mantenere in equilibrio infiammazione e risoluzione del danno», ha spiegato durante il webinar organizzato da Zone Academy e Inflammation Research Foundation.
«Quando c’è un danno, si scatena l’infiammazione, a quel punto l’organismo avvia una risposta di risoluzione che richiede tre passi: il corpo deve prima ridurre gli eicosanoidi e le citochine, poi deve risolvere l’infiammazione aumentando il livello degli ormoni detti resolvine, e a quel punto deve riparare il danno attivando un fattore di trascrizione genica detto proteina chinasi AMPK. Solo così il processo di guarigione può definirsi concluso».
LE CAUSE DELL’INFIAMMAZIONE
«L’infiammazione può essere causata da un’invasione batterica, dalla disfunzione intestinale, dalla dieta, dallo stress ossidativo, da un’operazione chirurgica, dai farmaci ma anche da fattori esterni come inquinamento oltre a fattori emotivi», spiega Sears. «La cosa fondamentale è che l’infiammazione indotta da una lesione sia controbilanciata dai livelli adeguati della risposta di risoluzione dell’organismo che deve sempre essere preparato». In che modo la dieta può provocare infiammazione? «Con livelli elevati di insulina, se c’è stress ossidativo causato da un eccesso di calorie e alterando il microbioma».
L’IMPORTANZA DEGLI OMEGA 3 CONTRO L’INFIAMMAZIONE
Barry Sears ha individuato nella dieta Zona il metodo alimentare più efficace per spegnere l’infiammazione e quindi reagire meglio ad eventuali patologie. Questa strategia alimentare prevede l’integrazione con superfood come gli omega-3.«Un aspetto fondamentale da considerare è il rapporto di equilibrio che ci deve essere tra acidi grassi omega 3 che stimolano le resolvine – ormoni fondamentali per risolvere l’infiammazione-, e acidi grassi omega 6 che invece inducono l’infiammazione. Questo rapporto, che deve essere basso, ci dice se il nostro corpo è in grado di innescare una risposta positiva. Normalmente, se non sono presenti altre patologie come l’obesità, per mantenere uno stato di benessere sono necessari 2,5 grammi al giorno di Omega-3. Per sapere qual è il nostro rapporto tra acido arachidonico ed Epa si può fare un’analisi del sangue».
INFIAMMAZIONE E COVID-19
L’efficienza della risposta immunitaria del nostro organismo, anche per virus come il Covid-19, è legata al rapporto tra acidi grassi omega 6 e omega 3 che se in equilibrio abbassa il livello delle citochine che sono delle proteine infiammatorie. «Se questo rapporto è sbilanciato alza il livello delle citochine, responsabili dell’aumento della letalità del virus», spiega Sears. «Poter contare su una risposta di risoluzione interna ottimizzata vuol dire mettere l’organismo nelle condizioni di controllare meglio la risposta delle citochine innescata dal coronavirus e magari di avere sintomi più lievi». Per fare prevenzione, possiamo quindi essere più attivi cercando protezione dentro di noi: «Per fare questo però ci vuole tempo e forza di volontà, essere “in zona” è un obiettivo che si può misurare attraverso dei marcatori e che richiede da tre a sei mesi».
IL RUOLO DEI POLIFENOLI
I polifenoli attivano l’Ampk (proteina chinasi), un bottone fondamentale per la riparazione tessutale. «Se attiviamo l’ampk viviamo più a lungo e questo è stato dimostrato da diversi studi», spiega Sears. «Degli 8mila polifenoli esistenti molti sono insolubili e quindi non arrivano al sangue. Alcuni però possono essere assorbiti e sono quelli che hanno il maggior impatto per attivare i geni Sirt che a loro volta attivano l’ampk. Per innescare un vero circolo virtuoso del benessere serve seguire la dieta zona che controlla l’eccesso calorico, avere livelli adeguati di omega 3 e polifenoli. L’immunonutrizione è una scienza complessa che richiede volontà, è un approccio sistemico, integrato, che dura tutta la vita. Il cibo va trattato come se fosse un farmaco per fare prevenzione».
GLI IMMUNONUTRIENTI CONTRO L’INVECCHIAMENTO
Il dottor Giovanni Scapagnini, professore associato di biochimica clinica del dipartimento di Medicina e scienze della salute dell’Università degli Studi del Molise, sottolinea anche il ruolo di altri immunonutrienti per controllare l’invecchiamento, caratterizzato proprio da una deregolamentazione del sistema immunitario.
«La glutammina è uno degli amminoacidi più presente nell’alimentazione, non è un amminoacido essenziale, lo possiamo sintetizzare ed è un regolatore dei linfociti T. Il sistema immunitario ha un estremo bisogno di glutammina che usa soprattutto in uno stato infiammatorio. Ma c’è un altro amminoacido non essenziale su cui si è concentrata la ricerca, ed è l’arginina, alla base della produzione dell’ossido nitrico».
La risoluzione dell’infiammazione non è un evento passivo, ma dipende soprattutto dai metaboliti dagli omega-3 e dai polifenoli, in grado di mimare la stessa azione benefica antinfiammatoria della restrizione calorica e di indurre nelle cellule l’attivazione dei mitocondri, che diminuiscono con l’invecchiamento. «Tra gli immunonutrienti non posso non citare le vitamine del gruppo B e soprattutto la vitamina C, collegata alla sintesi di collagene e la vitamina D, che ha una funzione immunomodulatore proprio nelle malattie respiratorie». Non esistono ricette magiche che possano evitare il rischio del contagio o garantirci un decorso di una malattia infettiva privo di aggravamenti o complicanze, sappiamo però che alcuni micronutrienti essenziali sono indispensabili per il corretto funzionamento del nostro sistema immunitario e per il mantenimento della nostra salute.
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