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Август
2020

Wakeboard e surf, gli sport dell’estate

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Guida per principianti per avvicinarsi ai wakesports (che scolpiscono le gambe). Marizio Marassi, campione italiano, ci racconta anche della sua passione per il wakeskate, la versione acquatica dello skateboard
Wakeboard e surf, gli sport dell'estate
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Wakeboard e surf, gli sport dell'estate
Wakeboard e surf, gli sport dell'estate

«Planare sull’acqua è una sensazione unica da provare». Parola di Maurizio Marassi, 23 anni, atleta di wakeskate della nazionale italiana. Il wakeskate è la versione acquatica dello skateboard: si pratica con le scarpe da ginnastica e non si è legati alla tavola, ma per arrivarci si passa prima dal più accessibile wakeboard e, perché no, anche dal surf.

Maurizio ha iniziato ad allenarsi «per caso» all’Idroscalo di Milano, dove oggi c’è il Wakeparadise: un parco per provare e praticare i wakesports ma anche dove trovare un ambiente familiare, rilassato, e dove godersi bellissimi tramonti in compagnia. Con 800 metri di percorso, al Wakeparadise ci sono due impianti di wakeboard: il Full Size Cable per i più esperti con 18 strutture costruite per eseguire evoluzioni in acqua, e il System 2.0 pensato per chi si approccia alla disciplina per la prima volta. Poi c’è la Surf Pool la piscina più grande al mondo con onda artificiale statica alta fino a 1,6 metri e larga 10. Il tutto senza inquinare perché l’energia dell’impianto proviene al 100% da fonti rinnovabili certificate: idroelettrica, solare, biomassa, eolica e geotermica.

«Per una persona che non ha mai fatto sport da tavola, la difficoltà di fare surf e e wake nell’impianto scuola è più o meno la stessa, e sono entrambi molto fattibili. Consiglio di provarli tutti e due, l’uno non esclude l’altro, anzi, si migliorano a vicenda perché l’acqua colpisce la tavola in un modo diverso, quindi in ogni caso si migliora la stabilità».

WAKEBOARD

«Ho cominciato facendo wakeboard, che è simile allo snowboard come concetto: i piedi sono agganciati alla tavola e sfruttando l’onda creata dal motoscafo, si compiono evoluzioni simili a quelle dello snowboard», racconta Maurizio. «Il wake, a prescindere dalla tavola che si usa, è uno sport per tutti, non è richiesta particolare forza fisica, in questo caso, infatti, la giusta tecnica con cui si esegue una manovra riesce a sopperire alla mancanza di forza. È uno sport in cui è coinvolto l’equilibrio, anche se non al livello del surf, dove è ancora più indispensabile».
L’errore da non fare all’inizio: «Si tende ad aggrapparsi al bilancino perché si ha la sensazione di cadere. Il mio consiglio è di rimanere fermi, col baricentro basso e di lasciarsi trasportare dalla corda invece di voler compensare utilizzando eccessivamente i muscoli. La chiave di volta quando si imparano manovre più complesse è capire la dinamica della corda in modo tale che sia lei a condurre il movimento. Così, ci si muove di meno e non si rischia di perdere la stabilità», dice Maurizio.  «Se non si oppone resistenza, funziona e ci riescono davvero tutti».

SURF

Con l’onda artificiale si è già sull’onda perfetta, senza il bisogno di rimanere in line up. «Nella surf pool si è già in piedi sull’onda e ci si concentra su tutta la seconda parte del movimento che invece in mare si fa poco. Si impara a comandare bene la tavola, a fare delle belle curve che rende ovviamente tutto più semplice quando si surfa in mare».
Cosa consigli agli indecisi? «Nel wake l’obiettivo è fare i salti dalle strutture, nel surf è fare le curve strette in mare, la scelta tra i due sport dipende dal tipo di progressione che si cerca. In ogni caso, l’ambiente in cui si pratica è davvero familiare e rilassato in cui ci si aiuta e dà consigli a vicenda», dice Maurizio.

WAKESKATE

La corda a cui si è attaccati nel wake, dà stabilità e sicurezza, due componenti che consentono di fare l’upgrade e di comandare la tavola con le caviglie. «Personalmente, mi è piaciuto di più wakeskate rispetto al wakeboard per la sua analogia con lo skateboard. Trovo che si possano fare trick più interessanti, sono più difficili e danno più soddisfazione. I 360 flip sono più gratificanti perché ci vuole più tempo per riuscirci, più allenamento e  dedizione… wakeskate è senza dubbio più sfidante».
La cosa più difficile da imparare. «Andando di lato abbiamo sempre un piede davanti e il nostro sport, per essere completo, richiede di saper andare con tutti e due i piedi allo stesso livello. Ecco, la difficoltà è riuscire a fare tutte le manovre bene con entrambi i piedi: è la cosa più difficile e su cui sto cercando di andare in switch».

Maurizio si allena 5-6 volte alla settimana e d’inverno tiene allenate le gambe con il freeride. «Quando mi alleno per le gare mi focalizzo su alcune manovre ben precise e le ripeto. Altre volte, invece, mi concentro sul provare un certo flip per portarlo all’estremo. Se ti alleni solo per le competizioni non cresci perché non riesci mai a raggiungere il tuo limite, mentre è utile alzare l’asticella per fare qualcosa di più difficile che rende il resto più semplice».

 




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