Un guardaroba Red Period, la nuova tonalità Pantone che sfida i tabù
«Volevamo ottenere una tonalità rossa accesa e avventurosa, che facesse sentire le persone che hanno le mestruazioni orgogliose di ciò che sono. In grado di celebrare con passione l’eccitante e potente forza vitale con cui sono nate, di poter parlare spontaneamente e apertamente di questa funzione corporea pura e naturale», ha dichiarato Laurie Pressman, vicepresidente del Pantone Color Institute. Ed è questa la descrizione di Period, il nuovo rosso entrato nella famiglia dell’azienda, autorità mondiale in materia di colore. Energica e brillante, la nuance è stata realizzata in collaborazione con il marchio svedese di coppette mestruali Intimina con lo scopo di contribuire ad abbattere i tabù che ancora riguardano il ciclo femminile.
Le mestruazioni, repetita iuvant, sono normali. Noi donne ci conviviamo per decenni, da quando siamo poco più che bambine. Fanno parte di noi: perché, nel 2020, catalogarle ancora nel file «imbarazzo/vergogna/meglio non parlarne»?
Se guardiamo il lato modaiolo della faccenda, poi, il rosso, quest’autunno, è anche un colore molto caldo. La più temeraria delle tonalità, proprio declinata nel Pantone Period, alle sfilate Autunno/Inverno 2020-21, ha fatto sussultare cuori à la page e unito con un fil rouge le sfilate di Versace, Alexander McQueen, Marc Jacobs e Oscar de La Renta, tra gli altri. Un flusso rosso, più che mai (appunto), ha percorso le passerelle riscaldando le proposte della stagione fredda.
Trasudando passione e sicurezza, sensualità e positive vibes, questa nuance ricorda a tutti che nessuna è come lei quando si tratta di puntare su un look «aumenta fiducia». Del resto, le rivoluzioni sono accese di rosso e il suo fascino è indiscutibile. Ricordiamo che è il colore dell’amore, non solo del sangue. Puntiamo allora sul Red Period, vibrante come l’anima delle donne, per far fare l’upgrade agli outift di stagione.
Nella gallery, le griffe in red e suggerimenti di shopping per mandare in rosso, questa volta, non il conto ma l’armadio.