Coronavirus, cosa aspettarsi dal Dpcm di lunedì
A una settimana dal nuovo Dpcm, un altro dovrebbe essere firmato. Giuseppe Conte, che nell’ultima domenica di ottobre ha varato misure restrittive per le attività commerciali, decretando la chiusura palestre e ristoranti, avrebbe in animo di promulgare lunedì 2 novembre un Dpcm ben più drastico. E l’obiettivo sarebbe quello di risparmiare all’Italia un secondo lockdown nazionale.
A chiudere, con il nuovo decreto di novembre, potrebbero essere, unicamente, alcune province delle Regioni con indice di contagio (Rt) superiore a 1,5. Il Comitato Tecnico-Scientifico ha ridotto le aree dove vi sia un rischio di trasmissione non controllato di Covid-19 a undici Regioni italiane, tra Piemonte, Lombardia, Liguria, Val D’Aosta, Veneto, Toscana, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. Solo cinque, però, sono indicate dagli ultimi bollettini quotidiani come le Regioni in cui sarà necessario adottare nuove misure di contenimento. In Lombardia, Lazio, nella provincia autonoma di Bolzano, in Liguria e in Val D’Aosta, dovrebbero essere i governatori locali a decidere il lockdown di singole aree urbane. Nazionale, potrebbe essere, invece, la volontà di impedire lo spostamento tra Regioni.
Sul tavolo di Conte, ci sarebbe poi la possibilità di estendere uno stesso coprifuoco a tutta Italia, in modo da evitare non soltanto gli assembramenti all’interno di locali e ristoranti, obbligati a chiudere alle 18, ma di scongiurare le riunioni di amici e familiari all’interno delle proprie abitazioni. Giuseppe Conte, dunque, avrebbe deciso di limitare ancor di più la dimensione sociale dell’Italia, ma, con il nuovo Dpcm, avrebbe deciso altresì di mettere mano alle risorse economiche, per supportare le attività commerciali in crisi con i cosiddetti ristori.