Covid, no al cambio di colore anticipato per alcune Regioni
Le Regioni non cambieranno colore, almeno per il momento. Venerdì non ci saranno annunci o modifiche, tutto rimarrà invariato. Bisognerà tenere duro ancora due settimane. Se sarà necessario, le prossime tre.
Tutto dipenderà dall’effettivo calo della curva dei contagi e dalla riduzione dell’indice Rt sotto l’1. È questo l’indirizzo di massima del governo che boccia la richiesta dei governatori di rivedere i 21 parametri. La decisione è aspettare l’inizio del prossimo mese per valutare gli effetti dell’ultimo Dpcm. Invito quindi alla pazienza, per ora.
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Natale, ipotesi dpcm il 3 dicembre: le prime misure per shopping e cenoniUn primo “respiro” ai territori, con un allentamento delle misure, potrebbe arrivare verso il ponte dell’Immacolata o subito dopo. La speranza dei governatori è che si possano allentare le restrizioni anche sui trasferimenti tra le regioni, per consentire i ricongiungimenti familiari e una boccata d’ossigeno al turismo per le festività di fine anno.
Di certo, l’intenzione c’è di concedere respiro al commercio, dato che i 15 giorni prenatalizi valgono da soli una fetta rilevante del fatturato annuo di esercizi e catene.
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La richiesta delle Regioni, quindi, di “ridurre” a 5 i 21 parametri sanitari per la classificazione delle regioni, viene bocciata. Quei principi scientifici non si possono modificare adesso avendo davanti agli occhi quel bollettino di 700 morti in un giorno.
«Il dialogo con le Regioni è sempre aperto. Ma i 21 parametri indicano l’indice di rischio insieme all’Rt e determinano quali misure attuare sui territori», risponde il ministro della Salute Speranza. Il conflitto resta, ma almeno per ora, nessuno alza i toni.