Tokyo 2020: finalmente il sorriso di Simone Biles, bronzo alla trave
I demoni forse non sono andati tutti via, ma l’espressione di Simone Biles è già cambiata. Il sorriso dopo il bronzo nella sua ultima gara a Tokyo 2020 è l’opposto dello sguardo spento di appena qualche giorno fa quando ha lasciato la gara a squadre per non danneggiare le compagne, per non far perdere almeno l’argento. Con lei sarebbe stato oro, ma se non c’è la testa, non risponde nemmeno il corpo e bisogna fermarsi.
Simone Biles lo ha capito nel momento più importante che è diventato il più difficile della sua carriera. Se alla vigilia dei giochi qualcuno avesse detto che la ginnasta americana avrebbe sorriso per un’unica medaglia, un bronzo alla trave come 5 anni fa, gli si sarebbe dato del pazzo. La regina della ginnastica, 5 volte campionessa del mondo, quattro volte oro a Rio, arrivava ai giochi come la protagonista più attesa. Ne è uscita più umana e con tanto da ricostruire.
«Il tuo sorriso è ciò che conta davvero» si legge sulla pagina Instagram ufficiale di Tokyo 2020. È il saluto a Simone Biles e insieme un incitamento alla rinascita. Questa non può venire che dalla lotta a quei demoni che a volte assalgono gli sportivi come le persone comuni. «Ho i demoni nella testa, non ho più fiducia in me stessa». E ne serve tanta per volare sulla pedana del corpo libero, al volteggio, fra le parallele.
https://twitter.com/Tokyo2020/status/1422526684583002118«È come se sentissi il peso del mondo sulle mie spalle. Devo concentrarmi sul mio stato mentale e non mettere a repentaglio la mia salute e il mio benessere». Simone Biles, sul palcoscenico più importante, è arrivata al bivio di tanti atleti: gareggiava per gli altri non più per sé stessa. Solo che ci metteva il suo corpo e la sua testa.
Adesso ha scelto di mettere sé stessa davanti a tutto. È tornata in pedana fra gli applausi, ha fatto un esercizio umano, non con i salti che sono solo suoi, ed è salita sul podio. Ha preso la medaglia più bella, quella di bronzo, quella di chi ha un percorso davanti, ancora gradini da salire.