LBA UnipolSai 10ª ritorno 2023-24: Brindisi non risorge, affonda in casa contro Sassari e mette un piede e mezzo in A2

di Michele Longo (Vox&One podcast) Brindisi 30 marzo 2024 – La Happy Casa Brindisi fallisce l’appuntamento più importante e perde malamente in casa per 76-70 contro il Banco di Sardegna Sassari. La compagine pugliese si appresta così a salutare, dopo 12 anni, la massima serie e lo fa con una partita brutta, mal giocata e […]

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di Michele Longo (Vox&One podcast)

Brindisi 30 marzo 2024 – La Happy Casa Brindisi fallisce l’appuntamento più importante e perde malamente in casa per 76-70 contro il Banco di Sardegna Sassari. La compagine pugliese si appresta così a salutare, dopo 12 anni, la massima serie e lo fa con una partita brutta, mal giocata e persa principalmente sul piano mentale. 

Sassari ha controllato il match sin dalle prime battute e lo ha poi gestito con la tranquillità di una squadra ben allenata e conscia dei suoi mezzi. Brindisi ha concesso il 70,2% da due e il 40% da tre, è stata dominata a rimbalzo e con questi numeri era davvero impossibile vincere e tenere ancora aperta la lotta per la salvezza. 

LA CRONACA – Sakota conferma il quintetto base vincente contro Trento e Scafati, mentre per Sassari Jefferson è regolarmente in campo dopo il grande spavento di domenica scorsa, mentre Gentile in procinto di trasferirsi a Trapani in A2, è arruolato e presente in panchina.

Gli isolani partono subito forte con un 10-0 costringendo Sakota al time out immediato. Brindisi si scuote, riaggancia Sassari, ma non riesce quasi mai a mettere la testa avanti. Tyree è caldissimo, Gombauld prima e Diop proprio banchettano nel pitturato, mentre dall’altra parte il solo Sneed prova a dare la carica con recuperi importanti e la solita grande energia su entrambi i lati del campo. 

A differenza delle precedenti uscite la panchina di Brindisi non riesce ad essere incisiva. Morris è confusionario e impreciso al tiro, Laquintana non riesce a trovare il guizzo giusto, mentre Lombardi dimostra che la Serie A non è decisamente il campionato che gli compete. Il primo tempo si chiude con Sassari saldamente in vantaggio più nel controllo mentale della partita che nel punteggio.

A inizio secondo tempo Brindisi si scuote, recupera e addirittura si trova anche in vantaggio, ma così come successo nella prima metà, Sassari piazza un parziale di 7-0 che ristabilisce le distanze. I due airball con cui Brindisi apre l’ultimo quarto sono esemplificativi della tensione che la squadra non riesce a scrollarsi di dosso. 

Il fil rouge della partita è tanto chiaro quanto sconfortante per i pugliesi che non riescono a scendere sotto quei fatidici 5/6 punti di svantaggio finché, a 5′ dalla fine, Sassari non dà la spallata decisiva e porta a casa la partita. 

Brindisi paga il cosiddetto “braccino”, viene sopraffatta dalla pressione di una partita da vincere a tutti i costi e regala la peggior domenica di Pasqua possibile al numeroso pubblico del PalaPentassuglia. Conferma sicuramente di essere finalmente una squadra con una propria identità. Non si scioglie nei momenti duri, come fino a poche settimane fa, e continua a cercare il suo gioco, ma oggi la pressione ha avuto il sopravvento. Ormai solo la matematica la tiene ancora in vita. 

QUI BRINDISI – Era decisamente utopistico pensare che gli aggiustamenti arrivati nella pausa della Final Eight di Coppa Italia potessero risollevare un stagione fino a quel momento disastrosa. Nonostante ciò la squadra ha risposto bene, ha vinto e ha fatto sperare i propri tifosi. Era però chiaro che le tante energie mentali spese nelle partite punto a punto vinte contro Cremona e Trento e la dura trasfera di Scafati avrebbero presentato il conto. 

Entrare in campo con l’obbligo di vincere sempre e comunque non è facile e, non era neanche pensabile, che alcuni giocatori (Morris, Laszewski, Bayehe su tutti) cambiassero solo grazie a un paio di interpreti nuovi con cui giocare accanto. Brindisi è sempre stata fragile e questa sera lo ha dimostrato ancora una volta. 

Il piano partita di Sakota non sembrava sbagliato, ha cercato di sopperire alla carenza di stazza nei lunghi, con continui aiuti a rimbalzo e cambi difensivi per togliere la visuale ai tiratori sassaresi. Quello che è mancato sono stati gli interpreti. Fatta eccezione per uno Sneed, ancora una volta immenso, il resto della squadra ha dimostrato che le scelte sbagliate fatte in estate si pagano. 

QUI SASSARI – Il massimo risultato con il minimo sforzo. La squadra di Markovic si è limitata a svolgere il compitino, affidandosi allo strapotere dei suoi lunghi, al perfetto funzionamento del pick ‘n roll tra Jefferson e Diop e a un gioco semplice in cui tutti gli interpreti sono sempre in ritmo e pronti a punire la difesa avversaria. 

Con questa vittoria Sassari è salva e può guardare con ottimismo a un possibile piazzamento in zona playoff. Il gioco di Markovic è ormai assimilato e, fatta eccezione per la brutta partita di Trento giocata però senza Jefferson, la squadra sta trovando continuità anche in trasferta, il vero tallone d’Achille della gestione Bucchi. 

Happy Casa Brindisi – Banco di Sardegna Sassari 70-76

I parziali 16-17, 14-18, 19-20, 21-21

Progressione 16-17, 30-35, 49-55, 70-76

LE PAGELLE 

Happy Casa Brindisi

Jamel Morris 4,5: quando i duri iniziano a giocare…lui sparisce. Spadella da tre senza ritegno e gestisce malissimo i palloni che gli capitano tra le mani. Uno dei maggiori responsabili della retrocessione

Niccolò Malaventura ne

Tommaso Laquintana 6: il suo lo fa, la voglia la mette, il cuore anche. Purtroppo non basta

Xavier Sneed 7,5: difensore, attaccante, trascinatore, leader di questa squadra. Chiude con 25 punti, 6 rimbalzi, 4 recuperi e 34 di valutazione. Brindisi può solo mangiarsi le mani per aver avuto un tale diamante in squadra e non avergli messo attorno gente in grado di farsi trascinare da lui

Nate Lazsewski 5: molto timido. Sbaglia tre triple aperte che solitamente mette. Non ha il carattere per reggere alla pressione di così tante partite dentro/fuori. È giovane e migliorerà, ma deve lavorare tanto sull’aspetto mentale.

Andrew Smith 4: pessimo. Non taglia mai fuori a rimbalzo, non tiene in difesa e non aiuta la squadra

Fadilou Seck ne

Eric Lombardi 4: forse è meglio che ascolti le offerte che gli arrivano da Trieste. La serie A non fa per lui. 

Frank Bartley 5: gioca un primo tempo molto importante dal punto di vista difensivo, mettendo seriamente in crisi Tyree. Non trova però mai ritmo da tre. 

Joonas Riismaa 5: impalpabile

Jordan Bayehe 4: forse quello che ha più dato l’impressione di avere il “braccino”. Viene bullizzato a turno da Gombauld e da Diop. 

Eric Washington 5,5: soffre il duello con Jefferson e non riesce quasi mai a trovare il guizzo giusto. Non impeccabile in regia, anche se ci mette cuore e grinta su ogni pallone. 

Dinamo Banco di Sardegna Sassari (di Giovanni Olmeo)

Alessandro Cappelletti 7.5: avvio complicato per il play umbro, che soffre la grande fisicità degli esterni di Brindisi. Nel primo tempo le sue palle perse sono già 5, ma nella ripresa ha il merito di cambiare totalmente registro. Non sbaglia più nessuna scelta e quando decide di prendersi le proprie responsabilità è letale, specialmente nell’ultimo periodo, chiudendo con 16 punti.

Kaspar Treier s.v.: appare a sorpresa come lo Spirito del Natale passato, il personaggio del Canto di Natale di Dickens, dopo oltre un mese di panchina. Markovic gli concede fiducia e minuti, appena 6, lui lo ripaga con una discreta difesa e presenza a rimbalzo. Con la partenza di Gentile sarà chiamato ad entrare nelle ristrette rotazioni del coach bosniaco, cinque gare in cui è chiamato a riscattare una stagione deludente.

Breein Tyree 6: partenza incoraggiante con due triple consecutive che portano la Dinamo subito sul +10, poi la sua gara viene limitata dai problemi di falli. Quando rientra sembra giocare sulle uova, specialmente quando deve provare a contenere uno Sneed straripante. Si guadagna la sufficienza con un 3/3 da tre, portando alla causa un discreto mattoncino.

Filip Kruslin 6: i problemi offensivi persistono, in una stagione in cui fatica tremendamente a mettere punti a referto. In 20’ prende appena 2 tiri, ma in difesa si fa sentire con alcune giocate importanti, anche se spesso spreca troppe energie a discutere con la terna.

Stefano Gentile 5: con la testa già a Trapani in A2, gioca palesemente per non farsi male. L’unico della Dinamo a chiudere con una valutazione negativa, in una stagione in cui il suo calo fisico è stato parecchio evidente. Il capitano saluta e scende dalla nave.

Ousmane Diop 8: nel pitturato domina incontrastato. Brindisi prova in tutti i modi a limitarlo allontanandolo da sotto il ferro, ma se segna anche dalla media allora per i padroni di casa è notte fonda. Il più continuo in casa Dinamo, chiude la sua serata da MVP con 14 punti, l’83% in area, 5 rimbalzi e 17 di valutazione.

Stephane Gombauld 7: fa la voce grossa in avvio sotto le plance, un muro su cui Brindisi spesso decide di schiantarsi per testare la sua solidità. Nella ripresa è meno cattivo, ma è una sua giocata nel finale a chiudere la contesa, la danza sul perno che manda al bar Sneed è degna dello Schiaccianoci di Cajkovskij.

Alfonzo McKinnie 6.5: gara incoraggiante per l’americano, dopo le uscite a vuoto. In difesa si fa sentire eccome, specialmente a rimbalzo con 4 palloni raccolti nel momento più delicato del match; mentre in attacco stampa 9 punti. Degna di nota il canestro dalla media che apre l’ultimo periodo.

Brandon Jefferson 7.5: la sua assenza a Trento, o meglio il suo infortunio dopo 4 minuti, è stata decisiva in negativo per la Dinamo e stasera ne è stata l’ennesima prova. Dopo un primo tempo negativo, si sveglia in avvio di ripresa ed è un crescendo rossiniano inesorabile. Nell’ultimo quarto la chiude quasi da solo, con canestri da leader consumato, mettendo a referto 15 punti e smezzando 6 assist.

Vasilis Charalampopoulos 5: i problemi di falli condizionano la sua gara fin da subito. E pensare che era partito bene con 5 punti in fila, ma da quel momento in poi il nulla cosmico. Quando rientra sul parquet non è neanche minimamente paragonabile al greco che ha iniziato la partita in quintetto.

Michele Longo

Twitter: @miche_longo82 – @VoxAndOnePod

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