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LBA UnipolSai 10ª andata 2024-25: Dinamo, la laguna ti fa bella! Una Sassari perfetta sfata il tabù trasferta, Venezia non sa più vincere al Taliercio

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Mestre, 08 dicembre 2024 – Esattamente come nel marzo di quest’anno la Dinamo si specchia nella laguna e si riscopre bellissima. Allora la squadra del neo arrivato Markovic vinse una gara fondamentale, dando vita ad una striscia di vittorie che tolse la squadra sarda dal discorso salvezza con un mese d’anticipo, questa volta il 78-84 finale permette ai biancoblu di sbloccarsi per la prima volta in trasferta in questa LBA, contro una Reyer Venezia a cui non basta un grande Tyler Ennis.

Il tabù si è finalmente spezzato e lo ha fatto dopo una gara giocata dal Banco di Sardegna ai limiti della perfezione, specie nel primo tempo, in cui ha il solo rammarico di essere andato negli spogliatoi solamente avanti di 10 punti e non con un margine più rassicurante, per la qualità del gioco espresso.

Coach Nenad Markovic inizia a raccogliere i primi frutti di una squadra che ora rema compatta dalla stessa parte, che non crolla davanti alle difficoltà del terzo periodo, in cui si spegne la luce permettendo la rimonta furiosa veneziana, ma è brava a riordinare in fretta le idee e a giocare un quarto periodo da squadra vera che vuole fortemente la vittoria. 

Convinzione che solo poche settimane non era così spontanea in un gruppo ancora troppo fragile, con pochissimi punti fermi e che ora si aggrappa a delle certezze diventate granitiche: come Justin Bibbins e Brian Fobbs.

Due dei giocatori più discussi nel primo periodo della stagione e ora punti fermi di un roster che lotta con tutti i propri elementi, a partire dal piccolo playmaker, MVP della gara 19 punti e 3 assist e autore di una prestazione da trascinatore assoluto, specialmente nei momenti più delicati; oppure dall’ex Bonn che nel primo tempo ha incenerito la retina da ogni posizione, anche per lui 19 punti a referto, e che nel finale è stato in grado di disinnescare la bomba Ennis con una stoppata decisiva.

Una vittoria arrivata nonostante le assenze del lungo degente Udom e di Sokolowski, in panchina ma ancora out per il problema al piede, uno che in estate doveva essere il perno centrale dell’attacco biancoblu, il tutto contro la migliore difesa di tutto il campionato, con Bendzius e compagni in grado di segnare più di 80 punti, segnando con quasi il 60% da dentro l’area, il 58% per esattezza.

Successo figlio soprattutto della difesa, tallone di Achille della squadra di Markovic in questa stagione, che oggi ha concesso solamente 37 punti nei primi 20 minuti alla Reyer, sigillando l’area e imbavagliando Ennis per tutto il primo tempo, prima che si scatenasse nella seconda parte.

Continuità, tanto agognata, che alla fine si è palesata per i sardi, dopo la vittoria su Trieste e che la sconfitta con Bilbao in coppa non ha scalfito, perché anche lì la squadra ha sempre lottato, rischiando persino di vincerla nel finale.

Gara che rischiava di complicarsi nella ripresa, prima con la rimonta furiosa di un Ennis on fire e poi con l’uscita per falli di entrambi i centri Renfro e Halilovic ad inizio della quarta frazione e fino a quel momento determinanti per arginare lo strapotere fisico sotto le plance di Kabengele.

Ma questa Dinamo è capace di trovare risorse anche dai più insospettabili, come il giovane Luca Vincini, capace di entrare a freddo negli ultimi delicati minuti e dopo aver cancellato il colosso orogranata, mettere a referto quattro pesantissimi punti.

Per Venezia è la quarta sconfitta su cinque gare al Taliercio in questa LBA, solamente contro una Scafati in difficoltà e nei minuti finali sono arrivati gli unici punti tra le mura amiche. Veramente troppo poco per una squadra che in Eurocup inizia a risalire dopo le belle vittorie in trasferta sul Liektabelis e Aris Salonicco, ma ancora molto altalenante nel nostro campionato e alla decima giornata fuori dalla griglia della Final Eight.

Un momento non facile per coach Neven Spahija che ha manifestato poca serenità fin dalle battute iniziali del match di stasera, facendosi cacciare prima dell’intervallo, nel momento di maggiore difficoltà dei suoi, in un primo tempo in cui si son fatti sorprendere da una Dinamo aggressiva in difesa e ordinata in attacco.

Nella ripresa con un Tyler Ennis in più nel motore, fino a quel momento solo spettatore e poi autore di 20 punti negli ultimi 20 minuti, si è rivista la faccia della Reyer di coppa, capace di ribaltare le sorti dell’incontro in pochi minuti grazie alla difesa e alle bocche da fuoco dall’arco che al 30′ viaggiavano sopra il 45%.

Oltre al playmaker ex Napoli decisivo l’apporto del grande ex di serata Amedeo Tessitori, autore di 13 punti, e di Mfiondu Kabengele, 15 punti a referto, ma la metà dei quali solo nel primo periodo, con il miglior centro del campionato che alla distanza ha pagato la fatica e la difesa fisica di una Sassari che l’aveva messo nel mirino.

Nell’ultimo quarto sono mancate le energie agli uomini di Spahija, a cui è mancata la zampata per ribaltare le sorti di un incontro per lunghi tratti sempre condotto dalla squadra ospite. Decisivo il crollo delle percentuali dall’arco e i tanti errori dalla lunetta nei minuti finali, un 23/30 che ha penalizzato Parks e compagni, poco lucidi e freddi e capaci di sbagliare almeno quattro liberi nei quattro minuti conclusivi.

Successo per la Dinamo che le permette di allontanarsi dalla bassa classifica, agganciando e superando ad 8 punti proprio la Reyer, ma ancor prima di fare voli pindarici troppo pericolosi, come sperare di agganciare il treno della Coppa Italia, distante appena due punti, è tempo di pensare alla coppa europea.

In FIBA Europe Cup il primo passo falso non ha lasciato scorie, ma ora è tempo di risollevarsi anche lì e già questo martedì in casa di Le Portel arriva la prima chance per sbloccarsi anche nella seconda fase del Gruppo L. Una seconda fase che ha innalzato pesantemente il livello delle avversarie, ma che ora questa nuova Dinamo può affrontare con nuove e più forti certezze.

Per Venezia una sconfitta che non aiuta la classifica e il morale, ma proprio al Taliercio è chiamata al riscatto proprio questo mercoledì sera contro il Cedevita Olimpija Lubiana. Un successo permetterebbe agli orogranata di agganciare il treno playoff e proprio gli sloveni, avanti di sole due lunghezze.

Un cammino europeo che questa Reyer ha l’ambizione e la forza di poter continuare fino al termine della stagione.

Umana Reyer Venezia – Dinamo Banco di Sardegna Sassari 78-84

Parziali: 17-26; 20-21; 21-11; 20-26.

Progressione: 17-26; 37-47; 58-58; 78-84.

Sala Stampa

Nenad Markovic, Emanuele Molin e Amedeo Tessitori

Le Pagelle

Umana Reyer Venezia

Amedeo Tessitori 6.5: il capitano orogranata parte bene come il compagno di reparto Kabengele, caricando di falli i rivali diretti e trovando quei canestri sporchi che il centro della nazionale ha reso ormai un marchio di fabbrica. Nel terzo periodo Ennis la ribalta quasi da solo, ma come sempre è Tex a fare il gioco sporco la sotto, realizzando proprio in quei minuti la metà dei suoi 13 punti finali. Nel finale vede pochissimo il campo e forse lo meriterebbe, visto che in appena 14′ sul parquet va in doppia cifra, colleziona 4 falli subiti, 4 rimbalzi e una rubata. Grande impatto per il grande ex di serata.

Davide Casarin 5: ormai i nodi vengono al pettine. Un giocatore dall’indiscusso talento, che gioca però quasi esclusivamente nella metà campo difensiva, con risultati tutt’altro che stellari, visto che Bibbins e Fobbs hanno fatto praticamente quello che volevano. Sforzo poi vanificato dalla sua prestazione offensiva, appena 4 punti segnati e incapace di dare qualsiasi apporto ad una Reyer che nel primo tempo faticava in maniera tremenda a scardinare la difesa ospite.

Davide Moretti 4: con un Ennis così impalpabile nel primo tempo avrebbe dovuto dare lui una scossa in regia a tutta la squadra e invece nulla, encefalogramma piatto. L’aggressività degli esterni sardi lo inibisce completamente, non entrando mai in partita, chiudendo con una virgola e un solo tiro tentato, mai successo in questa stagione.

Tyler Ennis 7.5: primo tempo incommentabile per l’ex Napoli, che gioca 19 dei primi 20 minuti senza mai tentare un solo tiro e andando a riposo con il proprio tabellino ancora fermo a zero. Nell’intervallo deve aver bevuto il bibitone di Bugs Bunny in Space Jam, perché quello che rientra è un Ennis ai limiti dell’onnipotenza cestistica. Praticamente piazza quasi da solo il parziale che fa tornare la Reyer in partita, caricandosi tutto l’attacco sulle proprie spalle e scardinando una difesa sassarese che non sembra avere le armi per limitarlo. Continua a martellare fino ai minuti finali, o meglio fino a quando Markovic si risveglia dal torpore e decide di sguinzagliargli il mastino Fobbs, che prima lo stoppa e poi lo annulla completamente. Chiude con 20 punti, 5 assist, 26 di valutazione e il rammarico di essersi riposato per 20 minuti di troppo.

Mfiondu Kabengele 6: parte mettendo subito a ferro e fuoco il pitturato caricando di falli sia Halilovic che Renfro, poi invece che sfruttare il vantaggio creatosi là sotto inizia ad allontanarsi dalle plance, togliendo ai compagni il loro punto di riferimento. Nel finale perde qualsiasi tipo di pericolosità, tanto che il giovane Vincini lo disinnesca senza quasi penare. Pesanti i suoi errori dalla lunetta, con la Reyer che tentava di riagganciare la Dinamo nei secondi conclusivi. Chiude sì con 15 punti a referto, 8 dei quali nel solo primo periodo, ma appena 4 rimbalzi.

Jordan Parks 6.5: serata al tiro non di quelle da ricordare, con un 3/13 che evidenzia alla perfezione le sue difficoltà odierne, ma grandissima presenza nelle due parti del campo, soprattutto in difesa. Una doppia doppia da 10 punti, 10 rimbalzi e 7 falli subiti, che lo fanno diventare il miglior rimbalzista della gara, per uno dei protagonisti della rimonta della ripresa, con le sue fughe ghepardesche ad innescare i contropiedi della Reyer. Nel finale anche lui sporca la rimonta con un pesante errore dalla lunetta.

Carl Wheatle 3: gara ai limiti dell’insipienza per l’ex Pistoia. Spahija gli concede tanti minuti sul parquet, ben 20, certamente 20 minuti di troppo. Messo dentro per arginare Bibbins e Fobbs, i due esterni della Dinamo gli sbucano da ogni parte; poi se ti arriva anche la palla giusta per sbloccarti e solo lanciato in contropiede ti schianti sul secondo ferro, cercando una schiacciata tanto goffa quanto inutile, allora te le cerchi proprio. Una virgola fisiologica per mettere un punto alla sua gara pessima.

Aamir Simms 5.5: si perde nelle tante pieghe del match. Sembra sempre lì lì per esplodere e la miccia si spegne proprio sul più bello. I numeri lo salvano parzialmente, 7 punti, 4 falli subiti e 4 rimbalzi, ma certamente tutto lo staff orogranata vorrebbe un Simms più coinvolto nel gioco dei compagni.

Kyle Wiltjer 5: una gara piene di ombre e una sola luce per il canadese, un secondo periodo in cui tiene la Reyer attaccata alla gara, segnando proprio in quel momento tutti e 9 i punti della sua gara. Per il resto il buio più totale, nonostante Bendzius, l’unico in grado di limitarlo, abbia avuto problemi di falli durante il corso della gara e sia rimasto diversi minuti seduto a vederlo vagare per il campo.

Dinamo Banco di Sardegna Sassari

Alessandro Cappelletti 7.5: dopo un primo tempo ordinato, in cui si limita a tenere alto il ritmo del giro palla, in un attacco Dinamo vicino alla perfezione, nel terzo periodo viene travolto dalla furia di Ennis. Patisce il colpo a tal punto che al 30° minuto le sue palle perse sono già 6, ma è anche merito suo se la squadra non crolla nel terza frazione, mettendo a referto un paio di canestri fondamentali in un momento in cui l’attacco produce poco o nulla. Ma è nell’ultima frazione che tira fuori gli attributi, che nel finale diventano pure cubici, citando un noto sketch a teatro di Aldo, Giovanni e Giacomo. Piazza due canestri dentro l’area, negli ultimi due minuti, dal peso specifico indicibile: prima l’arresto e tiro dall’angolo appoggiando dolcemente alla tabella e soprattutto il canestro dalla media del definitivo sorpasso, a 100” dalla sirena. A completare il tutto, non trema a gioco fermo, mettendo dentro i liberi della staffa.

Justin Bibbins 8: il folletto fa danni, finalmente in positivo, anche nella laguna. Nelle ultime settimane ha fatto saltare definitivamente il tappo, giocando con una sicurezza e uno strapotere fuori dal normale. Bibbins è elettricità pura quando tratta la palla, nel primo tempo fa girare l’attacco della Dinamo come mai prima d’ora. Markovic prova a risparmiarlo, perché paga tanto in termine di fatica, ma quando esce iniziano i dolori per Sassari. Nel finale suggella la sua prestazione clamorosa, la migliore da quando è arrivato, ma ormai ultimamente lo diciamo dopo ogni sua gara, con due triple in palleggio che hanno picconato le speranze di rimonta veneziane, così come i liberi che hanno chiuso il match. Chiude la sua partita da MVP con 19 punti, 6 falli subiti e 2 assist.

Miralem Halilovic 7: la marcatura su Kabengele è spesso problematica per il centro bosniaco, specie nel primo periodo, ma è bravo a non andare fuori giri e a ricambiare il favore dall’altra parte del campo, sfruttando al meglio i pick&roll. Segna prima dell’intervallo 12 dei suoi 13 punti finali, diventando l’unico insieme a Fobbs ad andare in doppia cifra così presto per Sassari. Però lo sforzo profuso sul centrone avversario ha dei costi e i problemi di falli condizionano pesantemente la sua ripresa, commettendo il suo quinto fallo nei primissimi minuti dell’ultima frazione.

Brian Fobbs 8: nel primo periodo è il grimaldello che scardina la difesa ermetica di Spahija. Gioca una delle sue migliori gare offensive dell’ultimo periodo, per lui che troppo spesso si prendeva pause interminabili durante la partita. Ma oltre ai suoi 19 punti segnati, con un ottimo 8/13 da dentro l’area (61.5%), è in difesa che risulta decisivo, diventando negli ultimi due minuti l’ombra di Ennis, stoppandolo sul 75-77 e permettendo il contropiede dell’allungo decisivo sul +4, nell’ultimo giro di lancette.

Matteo Tambone 6: prestazione difensiva come sempre generosa per l’ex Pesaro. Va in confusione, come il resto dei compagni, nel terzo periodo, ma ha la lucidità di tenere la barra dritta in difesa nonostante il mare in burrasca. Offensivamente non è in serata, ma la tabellata allo scadere del primo è un discreto modo per sbloccare il proprio tabellino.

Giovanni Veronesi 5.5: ormai la tripla a referto la deve mandare per contratto, ma l’1/5 dall’arco non gli permette di entrare in ritmo e con esso anche in partita. In difesa è il solito soldatino ben applicato, ma incide poco nell’economia della gara, cosa rara nell’ultimo periodo.

Eimantas Bendzius 6: dichiaratamente il pericolo numero per la difesa di casa, parte con i piedi di piombo, prendendosi i pochissimi tiri che Venezia gli concede. Il terzo fallo prima dell’intervallo ne condiziona pesantemente la gara. Rientra nell’ultimo periodo un po’ imballato, ma tutti i palloni pesanti passano da lui, segnando anche liberi pesanti nel finale.

Luca Vincini 7: il ragazzo è buono e si vede. Markovic gli regala il quintetto, schierandolo da 4. Ma il capolavoro lo compie negli ultimi 5 minuti: dopo tantissimi minuti seduto, è costretto ad entrare per il quinto fallo di Halilovic e Renfro e tenere a bada la montagna Kabengele. L’ex Juvi Cremona non fa una grinza e di fatto annulla il centrone avversario, anticipandolo sempre a rimbalzo e mettendolo in costante difficoltà nei pick&roll dall’altra parte, che gli fruttano una schiacciata indisturbata e un giro lunetta che gli frutta altri due punti segnati, che non son diventati tre per questione di millimetri.

Nate Renfro 6.5: altra gara di sacrificio per il lungo americano. In attacco pochi lampi, ma accecanti, come l’alley-oop che gli regala Cappelletti e che lui affonda a due mani. A rimbalzo diventa un fattore decisivo nella gara per la Dinamo, recuperando ben 5 rimbalzi offensivi quasi sempre poi convertiti in punti dai compagni. Nel finale è ingenuo ad avventurarsi in palleggio e commettere il suo quinto fallo, in un momento delicato in cui la squadra perde entrambi i suoi centri di riferimento.

Giovanni Olmeo

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