In cinque per cella e poche docce, il Pd: «In carcere gravi criticità»
Celle sovraffollate, dove dormono anche cinque detenuti su due letti a castello. Tre docce per settanta persone nella sezione dei detenuti comuni. Agenti della penitenziaria sotto organico. È critica la situazione nella casa circondariale di Baldenich.
A raccontarla sono la deputata del Pd Rachele Scarpa e il segretario del Pd Città di Belluno Davide Noro, che martedì hanno fatto un sopralluogo nella struttura. Il Pd sta visitando numerose carceri in tutta Italia, nell’ambito dell’iniziativa nazionale “Bisogna aver visto” che vede impegnati i rappresentanti del partito a tutti i livelli.
Sovraffollamento
La visita, lunga e approfondita, ha dato modo a Scarpa e Noro di constatare difficoltà che vanno inquadrate in un quadro più ampio di sofferenza del sistema carcerario a livello nazionale.
Anche nella casa circondariale di Belluno c’è una situazione di sovraffollamento: sono 108 i detenuti, di cui 57 stranieri.
La capienza massima della struttura di Baldenich è di 90 posti. La carenza di organico complica il lavoro del personale penitenziario, in difficoltà anche perché sotto organico (80 agenti in servizio a fronte dei 95 previsti dalla pianta organica).
Le maggiori criticità riguardano la sezione dei detenuti comuni, dove sono trattenute 70 persone. Qui ci sono appena tre docce comuni, spesso prive di acqua calda. Il sovraffollamento comporta anche difficoltà di convivenza nelle celle, dove dormono anche cinque persone invece delle quattro previste.
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Lavoro e istruzione
Nella struttura è presente una cooperativa che permette ad una buona parte dei detenuti di svolgere semplici lavori manuali con i quali avere un’entrata economica fissa.
«Ci sono ampi margini di miglioramento sul fronte della scolarizzazione dei detenuti», spiega Noro. «Nonostante la possibilità di attivare percorsi formativi per conseguire la licenza media e il diploma di scuola superiore, non sempre l’area educativa riesce a trovare il numero di studenti minimo per poter aprire una classe».
Sul fronte della salute mentale, continua poi il Pd, non essendoci uno psicologo assunto direttamente la struttura si appoggia a professionisti esterni che non possono soddisfare in modo adeguato la richiesta dei detenuti.
L’impegno del Pd
«La situazione della casa circondariale di Belluno è simile a quella di altre carceri che ho visitato», racconta Scarpa. «Servirebbero investimenti massicci sulle strutture».
Il Pd ha spinto, con proposte bocciate dal governo, per la valorizzazione della liberazione anticipata e per forme extracarcerarie di sconto della pena. «Il carcere andrebbe utilizzato il meno possibile», afferma Scarpa.
«La nostra proposta Giacchetti è stata rimandata in commissione, e invece è stato approvato il ddl Nordio, che non stanzia un euro per risolvere i problemi. E a settembre arriverà in aula il ddl Sicurezza: istituisce una decina di nuovi reati, il che rischia di aggravare ulteriormente la situazione di sovraffollamento delle carceri».
Preoccupa anche il numero dei suicidi, anche tra gli agenti di custodia: «È inaccettabile» afferma il Pd. La sovrappopolazione e l’inadeguatezza strutturale degli edifici rendono più difficili le attività di lavoro, formazione e studio e fanno sì che si moltiplichino gli episodi di violenza.
«Nel frattempo», afferma il Pd, «continua a livello nazionale da parte della maggioranza la proliferazione di reati inutili, l’aggravamento delle pene e lo strangolamento dei servizi sociali e sanitari territoriali che costituiscono l’argine alla trasformazione delle carceri in discariche sociali».
«Continueremo a seguire da vicino anche la casa circondariale di Belluno e interverremo ancora sul ministero della Giustizia per migliorare le condizioni della vita ristretta in Italia, chiedere l’incremento degli organici a partire dalla Polizia Penitenziaria, un vero investimento sulle pene alternative e più risorse per dare dignità e umanità al nostro sistema carcerario». —