Serramazzoni. «Ciao mister Medici, questo non è un addio Sugli spalti tiferai sempre per noi»
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n 300 a S.Dalmazio per il funerale di Medici, scomparso a 57 anni
Serramazzoni Folla eccezionale di quasi 300 persone ieri pomeriggio a San Dalmazio per l’ultimo saluto a Gabriele Medici, indimenticabile allenatore dell’Asd Serramazzoni (l’annata 2006 in particolare) scomparso a 57 anni per un male contro cui aveva lottato per tre anni. Sempre con coraggio e col sorriso, tenendo nascosta a tutti la gravità della situazione per non essere di pensiero agli altri.
Questa sua indole, attenta e sensibile, lo aveva fatto amare ben al di là dei risultati in campo, che pure erano stati straordinari sia nel Serra che col Real Maranello (l’annata 2005 qui). E questo affetto lo si è visto dall’afflusso di persone, a partire da decine di suoi ex ragazzi, anche quelli che adesso giocano nella giovanile del Modena Fc. Poi il presidente del Serra Stefano Corbelli, gli allenatori Sergio Venturelli (che di Medici fu vice) e Stefano Sernesi, l’assessore Luigi Ghiaroni, i rappresentanti del Real Maranello (il dirigente Maurizio Predieri e l’allenatore Ivano Restilli) e tanta, tanta gente che lo aveva conosciuto. Tutti stretti attorno alla moglie Paola e al figlio 16enne Edoardo, straziati dal dolore, così come gli altri famigliari. Perché nessuno si aspettava di perderlo adesso.
Al messaggio letto a fine cerimonia a nome dei suoi ragazzi, la perfetta sintesi del clima: «Eccoci qui, tutti assieme, per omaggiare un grande uomo, una grande persona quale eri tu. Ci sono tante cose che vorremmo dirti, tante cose per cui ti saremo eternamente grati. Incontrarti e conoscerti è stata la nostra più grande fortuna. Sei andato via, ma in realtà non ti abbiamo perduto: ognuno di noi porta con sé le cose belle che ci hai insegnato. La nostra più grande eredità sarà l’amore e l’umiltà che ci hai donato. Non è importante la distanza che ci separa: sentiremo sempre vicino il tuo ricordo e non dimenticheremo mai quanto è stato grande l’affetto che ci ha uniti. Un amico come te è per sempre! Sei stato un esempio di vita e di coraggio.
Le persone non muoiono mai se le hai nel cuore, e tu sei una di queste. Puoi perdere la loro presenza, la loro voce, ma ciò che hai imparato da loro, ciò che ti hanno lasciato, questo non si perderà mai. Con rimpianto e affetto vivremo e pregheremo in tuo ricordo: la tua assenza sarà grande, ma continuerai a vivere in ognuno di noi. Non ci sono addii per noi: ovunque tu sia, sarai sempre nei nostri cuori. Ad ogni partita, per noi sugli spalti brillerà sempre una luce. Che farà il tifo per noi. Ciao mister, ciao Gabri». Sul piazzale, il lancio di palloncini bianchi e azzurri, i colori del Serra. Poi un interminabile applauso.