Nonantola Ora si sa qualcosa di più del “Fondo consolata”, l’insediamento produttivo nei pressi della rotatoria Modena.
Il progetto , di cui la Gazzetta aveva dato notizia già nel dicembre 2021, è stato al centro del dibattito politico cittadino per mesi, salvo poi finire nel dimenticatoio dopo la bocciatura della mozione di sfiducia al sindaco di Nonantola Federica Nannetti.
Anzitutto è doveroso specificare che il progetto attuale è una variante meno invasiva del piano precedente. A confermare ciò sono anche le metrature interessate: su una superficie complessiva coinvolta di oltre 141mila metri quadrati, quella utile, e dunque destinata alla costruzione di strutture varie, è pari a 20mila metri quadrati, la metà di quelli inizialmente previsti.
Tutto questo gioca a favore dell’ambiente, che dovrebbe essere in parte salvaguardato anche grazie alla costruzione di una pista ciclabile per favorire il collegamento tra l’insediamento produttivo e la città di Nonantola.
Nella descrizione della variante, si apprende che è prevista la realizzazione di quattro comparti: il primo destinato all’ampliamento del distributore di benzina già presente in loco, il secondo all’edificazione di una serie di immobili per l’erogazione di servizi del settore terziario, un altro indirizzato ad attività artigianali e l’ultimo a costruzioni per il settore commerciale non alimentare. Il numero degli edifici non è noto, ma dovrebbero essere circa una decina.
Per comprendere la grandezza dell’intervento può essere utile conoscere il numero di parcheggi previsti, pari a circa 260, di cui 10 per disabili. Non un numero esiguo per una zona nella quale, da anni, il traffico rende difficile la circolazione.
In linea con quanto previsto dalla legge, poi, il Comune di Nonantola ha predisposto appositi studi per comprendere quanto, la realizzazione di un comparto come il “Fondo consolata”, possa incidere sul transito stradale.
Nelle carte viene esplicitamente raccontato che «la variante introduce un aumento sul traffico attuale nell’ora critica mattutina – quella che va dalle 7.30 alle 8.30 – del 6,7 per cento, a fronte del 21,3 per cento del piano approvato. Per quanto riguarda l’ora di picco serale – ossia tra le 18.30 e le 19.30 – che è la più impattante, la variante introduce un aumento di veicoli del 18 per cento, a fronte del 33,2 per cento del progetto iniziale».
Nonostante i visibili miglioramenti che la revisione del piano ha portato rispetto all’idea originale, le criticità rimangono evidenti. Tanto più se si tiene conto del fatto che lo studio ha preso in esame solo due ore di una giornata normale in cui, per la verità, il traffico è spalmato nell’arco di più ore al di fuori di quelle analizzate dallo studio del Comune.
Sono due le società che possiedono la gran parte di questi terreni: la Faber domus e la Levante Srl. Complessa è la questione riguardante quest’ultima azienda che, di proprietà del gruppo Righi, oggi risulta essere in liquidazione con un concordato preventivo.
A prescindere dalla situazione economica, le tempistiche degli interventi sembrano essere abbastanza dilatate.
Da un lato, infatti, sono stati condotti studi relativamente generali sul territorio coinvolto. E, dall’altro, i privati devono ancora comunicare i propri progetti nello specifico, con le condizioni imposte dall’Ente pubblico su materiali e metrature che dovranno essere necessariamente rispettate.l
