Non siamo solito tornare due volte in una settimana su uno stesso argomento, ma le decisioni e le proposte della politica italiana ci costringono a parlare nuovamente della legge contro la pirateria audiovisiva, concentrata quasi esclusivamente sulla tutela di quel “bene” chiamato calcio italiano. Anzi, Serie A italiana. Perché all’interno del cosiddetto “decreto Omnibus” (che solitamente riguarda provvedimenti relativi a misure economico-finanziarie), ora in discussione al Senato, sono stati presentati diversi emendamenti con delle modifiche agli attuali (e problematici) assunti alla base del funzionamento della piattaforma Piracy Shield. Ma non si tratta di miglioramenti. Anzi, sta inseguendo un modello cinese di una rete sempre più chiusa. E senza fornire alternative.
Ancora una volta, dunque, parliamo di azioni politiche nei confronti di un mondo di cui non si conosce a fondo il funzionamento. Se non come “utenti base”. Perché i due emendamenti “ripescati” al Senato e inseriti nel dibattito per l’approvazione del decreto Omnibus (quindi si tratta di un’azione parlamentare ad ampio spettro) mostrano come ci sia una conoscenza non propriamente approfondita del funzionamento delle rete internet. Si agisce secondo ideologia, non pensando alle conseguenze che le decisioni politiche potrebbero avere sulla nostra quotidianità in un mondo sempre più digitale.
Modifiche Piracy Shield scritti da chi non conosce internet
Attenzione, però: la lotta alla pirateria digitale deve essere la stella cometa da inseguire per tutelare tutti coloro i quali sono proprietari e detentori del diritto d’autore. Questo principio è sempre alla base delle nostre analisi. Ma non si può “sparare nel mucchio”. Non si possono “buttare giù” indirizzi IP – su cui girano anche prodotti digitali di “utenti innocenti” – solo per un “sospetto” (questo dice uno degli emendamenti in discussione) utilizzo fraudolento della rete internet. Le colpe di un solo utente non possono ricadere su altri cento.
Invece, come racconteremo nel monografico di oggi dedicato alle modifiche Piracy Shield (con un occhio alle VPN) si sta andando in quella direzione. Qualora fossero approvati i due emendamenti presentati dal senatore di Forza Italia Dario Damiani (di professione bancario) e dai suoi due colleghi di maggioranza (nelle fila di Fratelli d’Italia) Guido Quintino Liris (medico epidemiologo) e Antonella Zedda (assicuratrice), la strada verso il modello censorio in stile cinese sarebbe spianata. Tutto per tutelare i diritti di chi ha pagato fior fior di milioni di euro per acquisire le esclusive per le trasmissioni audiovisive del calcio italiano? Certo, ma senza pensare alle conseguenze e al possibile addio a moltissimi provider nel nostro Paese. Insomma, il rischio è di rimanere senza internet.
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