Io e Melenchon vicini da anni: il Fronte popolare non c’entra con la macedonia di sinistre italiane
La bellissima vittoria di Jean-Luc Melenchon e del fronte popolare di sinistra in Francia non è frutto del caso, dell’improvvisazione o di alleanze meramente elettorali. Conosco molto bene Jean-Luc da tanti anni. L’ho invitato una decina di anni fa al Comune di Napoli perché seguiva con molto interesse la rivoluzione napoletana che stavamo compiendo soprattutto con i beni comuni ed aveva costruito un rapporto speciale con i movimenti sociali di Napoli, ed in particolare con le ragazze ed i ragazzi del collettivo Je so pazzo dell’ex opg.
Melenchon e la France insoumise lavorano da anni in Francia per costruire un’alternativa politica non solo alle destre ma anche al centro e al centro-sinistra. Nel 2022 abbiamo costruito un rapporto strettissimo tra Jean-Luc e la sua squadra e lo spazio politico di Unione popolare, grazie a relazioni personali e politiche consolidatesi negli anni. Il programma, le idee, l’azione politica di Melenchon è molto simile alla politica che abbiamo messo in atto negli anni. Costruzione dell’Europa dei diritti e non dell’austerità e dei poteri forti; unire i popoli per la giustizia economica, sociale ed ambientale; fare del Mediterraneo il luogo della fratellanza universale; costruire l’Europa della pace e non delle guerre, per il superamento della Nato, lo stop delle armi all’Ucraina e il riconoscimento dello Stato della Palestina e la denuncia del genocidio commesso dallo Stato israeliano con la complicità di molti governi occidentali. Ci accomunano non solo le foto con il pugno chiuso, ma la coerenza e la credibilità nelle lotte.
L’azione di Melenchon è radicale, di rottura, ma con una proposta di governo. Non solo conflitto sociale, anche prospettiva di governo. Una politica che non deve mai essere settaria, ma nemmeno ambigua e contraddittoria. Per la sua coerenza e radicalità è stato percepito come il più forte antagonista delle destre e del liberismo mortale. Politicamente inaccettabile il paragone che si fa in Italia nel circo politico-mediatico tra il Fronte popolare francese guidato da Melenchon e il centro sinistra delle opposizioni italiane. Sono storie, idee, persone, contesti, programmi ed azioni completamente diverse.
E come si fa a paragonare la foto della “Cassazione” al momento del deposito della richiesta di referendum sull’autonomia differenziata con quello che sta accadendo in Francia. Ma davvero si può pensare che un’alleanza che vada da Boschi a Fratoianni, passando da Calenda ad Acerbo, da Renzi a Bonelli, per andare da Conte a Magi, per poi arrampicarsi da Schlein magari fino a Mastella, possa essere qualcosa di paragonabile a quanto accaduto in Francia? Questa convergenza in salsa italiana può essere utile e necessaria per un referendum, ma non certo per costruire un’alternativa alle destre. Ci vuole ben altro per vincere e governare cambiando il sistema, come vuole fare Melenchon in Francia.
Si deve costruire un fronte popolare costituzionalmente orientato che si unisca nell’attuazione della Costituzione; si deve rafforzare l’opposizione sociale nelle lotte, nelle vertenze e nel conflitto sociale; mettere insieme storie individuali e collettive coerenti e credibili e non oscillanti come le bandiere al vento; costruire l’alternativa dal basso, soprattutto nel governo dei territori, unendo la politica dalle mani pulite e coraggiose, con associazioni, comitati, reti civiche, movimenti, la politica fuori dal sistema. Solo coniugando rottura del sistema ed affidabilità di governo si può cambiare l’Italia.
Se si pensa invece che per battere le destre si deve fare una rancida macedonia politica per poi governare da fotocopie delle destre vuol dire che saremo condannati ad una politica di sistema sempre più corrosa dal compromesso morale e senza volontà di saper cambiare ed innovare. Credo invece che nelle lotte e nei territori, e non nelle politiche di palazzo, si sta già alimentando quel vento che potrà spazzare via sia i fascisti di ultimo conio che i traditori della Costituzione che come si dovrebbe ormai sapere non sono solo i fascisti.
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