Doppio scontro a In Onda (La7) sul caso Carini-Khelif tra il vicedirettore della Verità, Francesco Borgonovo, e i due conduttori della trasmissione, Marianna Aprile e Luca Telese. Quest’ultimo critica l’atteggiamento di Angela Carini: “Ha gettato la spugna dopo soli 46 secondi quando è stata toccata solo 2 volte, salvo che una gioca a boxe e due pugni li può prendere”.
“Quindi stai dicendo che ha finto?”, replica Borgonovo.
“Io penso che sia stata una manfrina – ribatte Telese – Anche inginocchiarsi per terra e piangere non è una procedura normale nelle regole olimpiche. Gli atleti che non danno la mano vengono cacciati dalle Olimpiadi ed è successo tante volte. Abbiamo fatto la figura degli italiani piagnoni che battono in ritirata, ormai sembra un cliché”.
“Se io fossi progressista come te, direi che stai facendo ‘victim blaming’ – risponde Borgonovo – perché stai infierendo sulla vittima di questa situazione”.
“Secondo te è vittima chi si sottrae al confronto – rilancia Telese – ma secondo il codice etico sportivo vittima è l’atleta vincitrice che non vede riconosciuta la dignità della sua vittoria”.
“La scena è stata vista in tutto il mondo – ribadisce Borgonovo – Sfido chiunque stia attaccando in questi giorni la Carini ad andare sul ring con Imane Khelif e poi vediamo come si mette, perché poi tutti vogliamo usare il femminile, tipo ‘avvocata’, poi quando c’è una donna che dice la sua verità…”.
Successivamente la polemica riesplode quando Borgonovo menziona la decisione dell’Iba, la Federazione mondiale di pugilato, di escludere dalle competizioni sportive la boxeur algerina, aggiungendo: “Stavolta è stata risolta la questione dicendo che, se una è donna sulla carta d’identità, allora è donna, cosa che è discutibile“.
“Ma è nata donna – insorge Telese – Non siete voi quelli per il diritto naturale? Ci avete fatto due zeppole così. Tu che difendi la naturalità della famiglia, una che è donna per l’anagrafe come la consideri? Uomo?”.
“Veramente non difendo per niente la naturalità – risponde Borgonovo – Penso anche che la natura si possa serenamente superare. Questa persona ha livelli alti di testosterone, che non la rende patologica o meritevole di discriminazione, ma ha una differenza. Allora, se vanno bene i suoi livelli di tesstosterone, sdoganiamo il doping. Evviva”.
“Nei fatti il doping è già sdoganato – replica Aprile che cita il titolo della verità su Khelif (“Nelle Olimpiadi gender un algerino prenderà a pugni una donna italiana“). E osserva: “Diciamo piuttosto che il titolo della Verità forse andrebbe corretto, perché non si tratta di un atleta algerino, ma di un’atleta algerina. Chi fa i giornali educa. Quindi, educhiamoci bene“.
“Valuteremo se c’è un posto per la correzione di bozze”, commenta Borgonovo.
“Volentieri, ho tanto tempo libero dall’8 settembre”, chiosa la giornalista.
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