Il governatore di Bankitalia Panetta torna a chiedere più immigrati. “In Italia si spende per il debito quanto per l’istruzione”
Al meeting di Rimini del movimento religioso Comunione e Liberazione, c’è anche il governatore di Banca d’Italia Fabio Panetta. Intervento dedicato a temi in lina con ma, a margine, c’è spazio anche per qualche considerazione sulla politica monetaria della Banca centrale europea. “Ovviamente lo auspico” risponde il governatore a chi gli chiedeva se considerasse favorevolmente una riduzione dei tassi di interesse alla prossimo direttivo della Bce in programma a settembre.
Per la Bce “la fine della restrizione monetaria è già iniziata” con il taglio dei tassi deciso a giugno: “ora c’è una discussione su quello che farà a settembre, ovviamente io la mia idea ce l’ho ma non mi metto a discutere un argomento che verrà dibattuto dal consesso istituzionalmente preposto”, ha spiegato Panetta aggiungendo “Credo sia ragionevole aspettarsi che si vada, da qui in avanti, verso una fase di allentamento delle condizioni monetarie, perché l’inflazione sta scendendo e l’economia mondiale sta rallentando“.
I temi dell’intervento, titolo “Se non siamo alla ricerca dell’essenziale, allora cosa cerchiamo?”, hanno invece spaziato dall’integrazione europea al ruolo dell’euro, dalla gestione dei conti pubblici fino all’Intelligenza artificiale. Il calo demografico in Ue “rischia di avere effetti negativi sulla tenuta dei sistemi pensionistici, sul sistema sanitario, sulla propensione a intraprendere e a innovare, sulla sostenibilità dei debiti pubblici: per contrastarlo “è essenziale rafforzare il capitale umano e aumentare l’occupazione di giovani e donne”, ma “anche misure che favoriscano un afflusso di lavoratori stranieri regolari costituiscono una risposta razionale sul piano economico, indipendentemente da valutazioni di altra natura”, ha detto Panetta, tornando a battere sul tasto della necessità di una maggiore apertura verso l’arrivo di lavoratori stranieri e precisando che ciò “andrà gestito in maniera coordinata all’interno dell’Unione”, tenendo conto degli equilibri sociali e rafforzando l’integrazione.
“L’euro è diventato la seconda valuta mondiale, rafforzando la nostra sovranità economica e la nostra rilevanza internazionale: quindi non abbiamo perso sovranità, l’abbiamo guadagnata“, rivendica il governatore che chiede quindi più integrazione. “L’idea che l’area euro possa funzionare efficacemente senza una capacità fiscale centralizzata è “semplicemente un’illusione, e va superata” con una politica fiscale comune. “Un banco di prova per la nuova legislatura europea sarà la capacità di confermare il ricorso a progetti di spesa comuni e di avanzare verso un’unione più completa e più integrata sul piano sia finanziario sia fiscale”, a partire da “una riflessione sui prossimi passi” una volta che il programma Ngeu arriverà a scadenza nel 2026.
L’Europa, per motivi sia economici sia strategici, “non può limitarsi a essere un semplice utilizzatore” delle tecnologie più avanzate come l’intelligenza artificiale, ma “deve ambire a un ruolo attivo nella sua produzione”, ha rimarcato il banchiere centrale riferendosi anche a robotica, esplorazione spaziale e biotecnologie. “Il caso dell’intelligenza artificiale (Ia) è emblematico” ha detto ricordando le differenze negli investimento che, fra il 2013 e il 2023, “sono stati 20 miliardi di dollari in Europa, contro 330 negli Stati Uniti e 100 in Cina”.
“L’Italia è l’unico Paese dell’area dell’euro in cui la spesa pubblica per interessi sul debito è pressoché equivalente a quella per l’istruzione“, un dato che mostra come “l’alto debito stia gravando sul futuro delle giovani generazioni, limitando le loro opportunità, ha poi notato Panetta spiegando che “la strada maestra passa per una gestione prudente dei conti pubblici” col “graduale conseguimento di avanzi primari (differenza tra entrate e uscite dello stato prima che vengano pagati gli interessi sui titoli di Stato, ndr) adeguati ” ma anche “da un deciso incremento della produttività e della crescita”.
Il credito alle imprese da parte del sistema bancario “si sta riducendo, ma abbiamo analisi che ci dicono che questo è effetto della domanda, le imprese vengono da un periodo di elevati profitti e hanno meno bisogno di credito“, ha infine spiegato Panetta, aggiungendo “non c’è dubbio che questi profitti non dureranno per sempre, l’economia sta rallentando e avremo bisogno che le banche sostengano con il credito le imprese, gli investimenti, la domanda e l’attività produttiva”.
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