Vedo il M5s come una tribù: da buono stregone, Grillo si sente minacciato dal cambiamento
di Alessio Andreoli
Sta facendo notizia, giustamente, il dibattito interno al M5Stelle in particolare le affermazioni del suo fondatore e garante Beppe Grillo, affermazioni in evidente contrasto con quanto vorrebbe Giuseppe Conte. Premetto che non sono iscritto al Movimento, non ho tessere e da avente diritto al voto ad ogni elezione ho sempre cercato di dare il mio voto a chi dava l’impressione di volere un’Italia moderna, civile, giusta, democratica, una società aperta e non mi sono mai fatto trascinare dal fanatismo politico o dagli altisonanti discorsi che parlano alla pancia di noi elettori così come aborrisco gli slogan preconfezionati.
Molto di quanto realizzato dal M5S durante i periodi in cui ha governato, a mio parere, ha dimostrato fattivamente la volontà di cercare di realizzare una società giusta, per fare solo alcuni esempi: il taglio alle pensioni d’oro, l’approvazione della legge Spazzacorrotti, così come il varo del decreto Dignità.
Per tornare all’attualità cioè al dibattito Grillo-Conte e senza voler nulla togliere alla figura storica e culturale dell’istrionico fondatore del Movimento, viste le dichiarazioni di Beppe dalla scomparsa di Casaleggio ho come l’impressione che il Movimento sia diventato una sorta di tribù.
Una tribù come quella Zulù (Sudafrica), una comunità dominata dal suo stregone/guaritore dove lo stregone del villaggio (Beppe Grillo), forte del suo ruolo di autorità spirituale cerca ogni modo per mantenere il suo potere ed il controllo sui membri del clan anche a costo di fomentare divisioni che potrebbero essere fatali per la comunità stessa. Da buono stregone, manifestando questa resistenza al cambiamento o all’introduzione di nuove idee e pratiche, Beppe dimostra di sentire minacciato il suo ruolo e la struttura tradizionale della tribù da lui guidata fino a poco tempo fa.
Quindi caro il mio Beppe stregone/guaritore del M5S, mi permetto di scriverti che alla tua veneranda età dovresti sapere che opporsi alla medicina moderna o scientifica, insistendo che le malattie debbano essere trattate solo con metodi tradizionali o spirituali porterà la tribù a dover affrontare una devastante epidemia.
Non è mia intenzione mettere in dubbio le tue capacità curative o spirituali, ma purtroppo sono altresì consapevole che a 76 anni possa essere difficile, se non impossibile avere un’elasticità mentale adeguata al cambiamento dei tempi, così come è comprensibile il tuo timore di fare la fine dell’altro storico fondatore di un altro partito: tale Umberto Bossi. Vorrei (sempre amichevolmente) ricordarti che c’è una certa differenza tra Matteo Salvini e Giuseppe Conte. Le differenze non devo elencartele io, le conosci molto bene e meglio di me.
Se non ti ho convinto e le mie argomentazioni suonano alle tue orecchie come eresie da scomunica dimmi a quando la severa punizione di Conte o al suo esilio?
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