“Ho imparato che fuori dal tennis c’è una vita, io lavoro tanto per alzare queste coppe ma fuori c’è un’altra vita ed è importante mettersi intorno persone che ti conoscono e che accettano come sei”. La famiglia al centro di tutto e dei suoi pensieri. Mai come in questi ultimi mesi, Jannik Sinner ha imparato. Tanto sui campi, quanto nel quotidiano. Pacato (e glaciale come sempre), dedito al lavoro e grato agli affetti familiari. Il traguardo del numero 1 al mondo, la rinuncia alle Olimpiadi di Parigi, il caso Clostebol e la vittoria del secondo Slam in carriera agli Us Open, tutto in poche settimane. Per l’altoatesino è ora di tornare alla normalità, almeno per qualche giorno. “Se non ti godi il momento della vittoria, è tutto inutile”. Parole prese alla lettera. Il primo momento di leggerezza lontano dai riflettori arriva durante i festeggiamenti. La ricetta è semplice: una stanza d’hotel, un hamburger e patatine insieme alle persone più importanti. E nulla di più. “Dopo questo torneo mi serviranno 4-5 giorni liberi in più del solito”. Ora, lo aspetta il viaggio di ritorno a Sesto Pusteria per la zia malata. Quella a cui ha dedicato la vittoria in America. Prima del ritorno in campo a Pechino – tra tre settimane – Sinner non farà mancare nemmeno il suo supporto per i suoi amici-colleghi in Coppa Davis, impegnati nel primo turno della competizione a Bologna. “Avevo già pensato a questa cosa. Penso di andare a Bologna domenica se la terza giornata sarà decisiva. Tengo molto alla squadra”.
Sinner e il viaggio di ritorno per la zia malata
Una dedica spontanea. Per una persona che l’ha accompagnato nella sua infanzia e adolescenza come una madre. “Mia zia è importante, con lei ho trascorso tanto tempo d’estate quando ero piccolo. Mi portava lei alle gare di sci quando i miei genitori erano impegnati per lavoro”, ha racconto il numero 1 al mondo. L’Arthur Ashe Stadium si è fermato davanti alla parole di Sinner: un momento di commozione seguito da un lungo applauso. “Noi viaggiamo molto, quindi è difficile passare del tempo con le persone che amiamo veramente, ma se lo avessi, di sicuro lo passerei con le persone a cui tengo veramente: una di queste è proprio mia zia“. E dopo il successo contro Taylor Fritz, Sinner si ritaglierà qualche giorno libero in più proprio per lei. Andando a Sesto Pusteria – nelle Dolomiti – per trascorrere del tempo con la zia malata. E per ricongiungersi, ancora di più, con quella normalità che tanto insegue.
“Mi fa strano essere considerato un esempio per altri giocatori: in fondo ho solo 23 anni“. Sono stati mesi complicati per Jannik Sinner. E il primo ad esserne consapevole è proprio l’azzurro. Anche il numero 1 al mondo ha bisogno di godersi il momento. Con la spensieratezza e la normalità di un 23enne: con un hamburger in mano, circondato da persone che lo fanno stare bene. Perché oltre il tennis, c’è una vita fatta di legami.
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