Non tutti i farmaci vengono per guarire: COSIsiFa, il nuovo progetto dell’Aifa per un’informazione indipendente dalle aziende
Per ora ci sono cinque milioni di euro in cinque anni. Non pochi anche per un progetto molto ambizioso. Per dirla con Robert Nisticò, presidente dell’Agenzia del farmaco (Aifa), l’obiettivo è “riequilibrare l’informazione sui farmaci sbilanciata sul marketing” dei produttori. Con un portale dedicato (www.infarmaco.it), un bollettino semestrale sulle tematiche di “pediatria, oncologia, antibiotico-resistenza, cronicità e polifarmacoterapia” e diversi altri strumenti di comunicazione rivolti ai medici e ai pazienti. Vasto programma, considerati gli enormi profitti in ballo e la pervasività della lobby farmaceutica.
Si chiama “COSIsiFa”, partecipano anche le Regioni e varie istituzioni sanitarie. L’hanno presentato nella sede dell’Aifa Nisticò, il direttore scientifico dell’agenzia Pierluigi Russo, la responsabile della Vigilanza e marketing Anna Rosa Marra e il coordinatore del progetto professor Ugo Moretti, farmacologo dell’Università di Verona, responsabile della farmacovigilanza della Regione Veneto e della Provincia di Bolzano.
Nisticò ha sottolineato i “circa 30 miliardi di dollari” investiti ogni anno dall’industria farmaceutica “soltanto negli Stati Uniti” in “attività di promozione rivolte al medico” che “agiscono anche indirettamente sui cittadini attraverso campagne di marketing farmaceutico per stimolare bisogni di salute che non sempre necessitano dei farmaci”, nonché “le pubblicazioni scientifiche sui nuovi farmaci” che “tendono sempre a enfatizzare i dati di efficacia mettendo in secondo piano i rischi” e “l’informazione spesso priva di qualsiasi scientificità veicolata dai social e dalla rete in genere”.
Nella conferenza stampa sono stati ricordati gli 11 mila morti l’anno che si devono ai batteri antibiotico-resistenza, che fanno dell’Italia uno dei Paesi più in difficoltà su questo fronte. Il consumo di farmaci aumenta con l’invecchiamento della popolazione: un anziano su tre prende dieci farmaci o più. Moretti ha snocciolato altri numeri, noti gli addetti ai lavori e un po’ meno al grande pubblico, secondo i quali quasi un ricovero su dieci si deve agli effetti avversi ai farmaci: “L’8-9% dei ricoveri ospedalieri, secondo studi recenti condotti a livello internazionale, sono dovuti a reazioni avverse ai farmaci. La stima – ha spiegato il farmacologo – era del 4-5% del totale ma è salita con l’aumento di assunzione di farmaci. I farmaci salvano milioni di vite ma hanno anche profili di rischio. Il messaggio è, quindi, non prendere farmaci che non servono, con attenzione anche a integratori e farmaci di erboristeria”. Al Fatto ha chiarito: “Tutti i farmaci possono dare problemi, oltre ai benefici. La popolazione invecchia sempre di più, proprio perché sono efficaci i trattamenti. Si consumano più farmaci perché nelle patologie in genere si usano più farmaci per trattare una singola malattia, questo porta a un’esposizione maggiore ai farmaci che ha il beneficio di avere terapie che controllano meglio. Pensi in campo oncologico, si vive meglio e di più. Ma il rovescio della medaglia è che ci possono essere eventi avversi, non tutti sono gravi, dipende dal tipo di farmaco. Poi c’è la difficoltà di valutare il collegamento: se prendo un anticoagulante e mi viene un’emorragia è probabile il collegamento tra la terapia che ho preso per ridurre il rischio di trombosi e l’emorragia. I vaccini sono farmaci e sono estremamente meno pericolosi di qualunque tipo di farmaci”.
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