Lee Casciaro, la sorprendente storia del bomber-poliziotto di 43 anni che dà un significato speciale a Gibilterra-San Marino
Il programma è di quelli che più fitti non si può. Perché l’ennesimo torneo varato negli ultimi anni dalla Uefa ha prodotto una situazione che va oltre il concetto di saturazione del calendario. Il menù del giovedì sera della Nations League è praticamente sterminato. Moldavia-Andorra, Lettonia-Macedonia del Nord, Austria-Kazakistan, Finlandia-Repubblica d’Irlanda, Isole Faroe-Armenia, Norvegia-Slovenia, Israele-Francia. Più un’amichevole da giocare a Vaduz fra Liechtenstein e Hong Kong. Molta quantità, poca qualità. Il risultato è un turno avaro di emozioni per tutti. O quasi. Perché per qualcuno la sfida fra Gibilterra (selezione che occupa il 198esimo posto nel ranking Uefa) e San Marino (addirittura 210esima e ultima) avrà comunque un significato tutto particolare. È così per Lee Casciaro, uno che nel corso della sua sterminata carriera è diventato una figura trascendente, un totem della Nazionale gibilterriana. Tutto merito di quei tre gol messi a segno con la maglia biancorossa. Un bottino non proprio straordinario per uno che di professione fa l’attaccante. Anzi no, perché il quarantatreenne del Lincoln Red Imps FC un lavoro ce l’ha davvero. Fa il poliziotto. Poi la sera si sfila la divisa e indossa i pantaloncini e la maglietta per allenarsi con i compagni.
Sembra una storia come tante, il classico racconto del calciatore non professionista che all’improvviso si ritrova a incrociare qualche fenomeno del calcio continentale. Solo che in questo caso è diverso. Casciaro non è una punta. È una leggenda. Perché è riuscito a mettere la firma su tutti i momenti più importanti della storia del movimento gibilterriano. Tanto con la Nazionale, quanto con il club. La sua vicenda personale è diventata poema omerico, patrimonio collettivo. Una parabola modesta che racconta alla perfezione la peculiarità di una lingua di terra di poco più di sei chilometri quadrati. Gibilterra è un promontorio incastonato nell’estremo sud della Spagna. Dovrebbe far parte dell’Andalusia, ma dal 1713, con la firma del Trattato di Utrecht, è diventata prima colonia e poi territorio esterno del Regno Unito. Un’appartenenza che il popolo ha voluto ribadire due volte. Prima con il referendum del 10 settembre 1967 (ricorrenza diventata poi festa nazionale). Poi con il voto del 2002. The Rock, la Rocca, ha avuto un’importanza strategica fondamentale nel corso della storia. Soprattutto dopo l’apertura del canale di Suez nel 1869. Un territorio lillipuziano dove tutto è fuori scala. In ogni chilometro quadrato vivono più di quattromila persone. Ossia quattro volte in più che in Bangladesh. Il resto è coperto dall’aloe e dal fico d’india.
Giocare a calcio sul promontorio è un’impresa tutto sommato eroica. Fino a qualche anno fa esisteva un solo stadio. E faceva da palcoscenico a tutto il campionato. Anche l’adesione di Gibilterra alla Uefa è stata a dir poco travagliata. La prima domanda di affiliazione alla Federcalcio continentale arriva nel 1999. Ma viene respinta. È l’inizio di una serie di tira e molla a suon di carte bollate che finisce solo diciassette anni più tardi. La storia di Casciaro era partita molto prima, nel 1988. Lee ha appena sette anni quando suo padre lo iscrive alla scuola calcio del Lincoln Red Imps FC, una società nata nel 1976 e che fino a quel momento aveva vinto due scudetti. Quando l’attaccante con il sette sulle spalle sbarca in prima squadra, però, inizia una parabola molto diversa. Con Casciaro i biancorossi vincono 21 titoli nazionali, 15 Coppe di Gibilterra e 11 Supercoppe. Un bottino monstre. Nel settembre del 2014 Lee e Gibilterra esordiscono nelle competizioni internazionali. A Faro, in Portogallo, i biancorossi ospitano la Polonia. Si giocano le qualificazioni agli Europei del 2016. E finisce 0-7 per la squadra di Lewandowski. Casciaro ha già 33 anni. E la palla non gli arriva quasi mai.
La sconfitta viene accolta con il sorriso, perché in quella fase Gibilterra è ancora l’incarnazione dello spirito decoubertiniano dell’importante non è vincere, ma partecipare. La svolta arriva all’ultima giornata delle European Qualifiers. Ad Hampden Park la Scozia passa in vantaggio con Shaun Maloney. Poi all’improvviso Casciaro prende palla sulla destra, entra nell’area avversaria, lascia partire un tiro a incrociare sul palo lontano. Quello che ne viene fuori non è un gol, ma un orgasmo collettivo. Lee non sa bene cosa fare. Alza un braccio, corre all’indietro, bacia lo stemma cucito sulla maglia. È il primo gol ufficiale nella storia di Gibilterra. L’entusiasmo dura appena sei minuti. La Scozia ripassa in vantaggio con Fletcher. Poi chiude con un rotondo 6-1.
L’anno d’oro di Casciaro, però, è il 2016. A luglio il Lincoln Red Imps FC ospita il Celtic Glasgow per la gara di andata del secondo turno di qualificazione alla Champions League. Leigh Griffiths, l’attaccante scozzese che sembra uscito da Trainspotting, centra due volte la traversa. Ma Casciaro si inventa un pallonetto su Ambrose e scaglia in porta il gol dell’1-0. Il risultato non cambierà più. Per i biancorossi è molto più di un appuntamento con la storia. “Vittoria meritata per i giocatori part time“, titola la BBC. “Il risultato è più che meritato dal Lincoln Red Imps, una squadra composta da un vigile del fuoco, un poliziotto e un tassista che hanno superato i loro illustri avversari dopo aver completato i turni di lavoro”. Nella sfida di ritorno la squadra di Brendan Rodgers segna tre gol nella prima mezz’ora e poi si ferma. Le gerarchie sono ristabilite. A novembre Casciaro scala una nuova vetta. Segna un gol contro Cipro. Anche se Gibilterra perde per 3-1. Sembra quasi una maledizione. L’uomo dei gol pesanti per la sua Nazionale va in rete solo quando non serve a nulla ai fini del risultato. È così anche il 15 ottobre del 2019, quando l’attaccante va a bersaglio nella sconfitta per 2-3 contro la Georgia. Da allora Lee non ha più segnato con la sua Nazionale. Eppure oggi contro San Marino, a 43 anni compiuti, Casciaro è chiamato a fare da chioccia a un reparto in cui soltanto uno (Tjay De Barr, 3 gol in Nazionale di cui l’ultimo nel 2021) dei quattro colleghi convocati è riuscito a segnare. Un’impresa in miniatura per una leggenda che insegue il gol ormai da 39 partite.
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