La “teoria dell’uva” per trovare l’anima gemella: ecco come funziona il trend che spopola su TikTok
I pranzi e i cenoni ancora da digerire, i giochi, le famiglie riunite e le case e le strade addobbate a festa. Trascorso Santo Stefano, è tempo di bilanci e resoconti dell’anno appena passato. Ma soprattutto di nuovi obiettivi e propositi. Tutti hanno un sogno o un desiderio per il 2025: per molti, è trovare l’anima gemella. E su Tik Tok è tornata a spopolare la “grapetheory”. Ma di cosa si tratta? Secondo questa credenza, mangiare velocemente dodici acini d’uva allo scoccare della mezzanotte di Capodanno aiuterebbe a trovare un partner.
Sul colosso social cinese fioccano già i video-racconti di amori sbocciati nel 2024 proprio grazie a questo rituale: montaggi e brevi clip nelle quali si dà credito alla teoria. C’è chi ha trovato nell’uva il proprio Cupido e chi, invece, prova già ad affidarsi al trend, in attesa della notte di San Silvestro. “Potrebbe essere presto per farlo, ma dopo quest’anno non ho altre possibilità”, scrive qualcuno pubblicando un video nel quale ingurgita già i dodici acini. “Ho parlato ai miei genitori della nuova teoria dell’uva”, ironizza un altro utente postando un filmato all’interno del reparto ortofrutta di un supermercato, mentre proprio i genitori prendono i mano alcune confezioni d’uva.
I video circolano, ogni anno, già dal 2023. Ma la “teoria dell’uva” – con varianti anche insolite, come mangiare i chicchi sotto un tavolo – è più di una semplice tendenza. Si tratta, in realtà, di una tradizione spagnola secolare chiamata “Las uvas de la suerte”. Nella penisola iberica gli ultimi dodici istanti dell’anno si trascorrono, infatti, inghiottendo uno dopo l’altro dodici acini, che rappresentano i mesi del calendario. Il conto alla rovescia è scandito dai rintocchi dell’orologio della Puerta del Sol a Madrid, dove la televisione nazionale trasmette in diretta l’evento. Il consumo dei chicchi d’uva, così come cotechino e lenticchie per l’Italia, è associato a un anno prospero e fortunato. Secondo l’usanza, chi non dovesse riuscire a completare la sfida e finire il grappolo entro l’ultimo rintocco, affronterà un anno difficile.
L’origine della tradizione – In Spagna, la consuetudine de “Las uvas de la suerte” è ormai radicata, ma la sua origine non è chiara. Nel tempo, si sono tramandate due diverse storie che hanno contributo a rendere unico il rito. La prima racconta che tra il XIX e l’inizio del XX secolo, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, gli abitanti di Madrid organizzassero party caotici in attesa dell’Epifania. Per porre fine a questi eccessi, il sindaco José Abascal impose una tassa per chiunque volesse uscire di casa a festeggiare. Una misura contro cui i cittadini protestarono brindando, la notte del 31 dicembre, con uva e champagne. Un modo per ridicolizzare le abitudini delle élite al potere che diede al via a una nuova tradizione. Un’altra versione dei fatti attribuisce il rito a un’eccessiva produzione di uva che, nel 1909, costrinse i viticoltori spagnoli a distribuire grappoli alla popolazione per evitare sprechi, inventando che avrebbero portato fortuna per l’anno successivo.
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