“Il tuo bed and breakfast, il nostro sfratto”: l’azione di protesta nella notte in cinque città, contro le key box per gli affitti brevi ai turisti
Nella notte tra il 27 e il 28 dicembre le “key box”, le cassette per le chiavi utilizzate nelle locazioni turistiche, sono state prese di mira contemporaneamente in cinque città: Firenze, Milano, Genova, Rimini e Venezia. Un’azione simile ad altre già condotte a partire dalla fine di ottobre, ma che finora mai aveva coinvolto così tante città contemporaneamente. A Rimini e Venezia, peraltro, si tratta di una prima volta.
L’azione di protesta – Le “key box”, e altri sistemi utilizzati per consentire il check in dei turisti da remoto, come i tastierini elettronici, sono stati coperti con adesivi che denunciavano, con slogan diversi, il proliferare degli affitti brevi a scapito – questa la lettura di chi protesta – dei residenti e degli affitti a lungo termine. “La tua casa era la mia casa”, “il tuo b&b, il nostro sfratto”, “salviamo Firenze per viverci”, “meno affitti brevi, più case” alcuni degli slogan apposti sui locker, ma anche su vetrine di agenzie immobiliari, cartellonistica e angoli delle strade.
Lotta per la casa: prima i residenti – L’azione mediatica non ha previsto danneggiamenti – gli adesivi possono facilmente essere rimossi – e non è stata rivendicata, se non genericamente da “collettivi per la casa” che si battono per la regolamentazione degli affitti turistici. “Ogni appartamento messo in affitto breve è una casa sottratta alla residenza, forse definitivamente. Lo registrano numerose città, più o meno grandi, in tutta Italia. La crisi abitativa si inasprisce proporzionalmente all’aumento della capacità ricettiva di ogni città, toccando anche i servizi. Sanità, scuole, trasporto pubblico sono allo stremo, sia per la difficoltà del personale a trovare casa, sia perché la riduzione del bacino di utenza si traduce nel taglio delle risorse a disposizione. Se il turismo rappresenta certo un settore economico rilevante, i benefici per la città sono ormai ampiamente superati da costi insostenibili, che peraltro comportano un sommerso diffuso”, recita una nota diffusa alla stampa.
Vietato il check in da remoto – La protesta diffusa arriva in un momento in cui il dibattito sugli affitti brevi, di cui le keybox sono diventate un simbolo – i primi atti contro le stesse sono avvenuti a Roma alla fine di ottobre -, è piuttosto caldo. Il 18 novembre il Ministero dell’Interno con una circolare ha ribadito come ogni tipo di check in da remoto non sia conforme alla legge, cioè al Testo unico sulla sicurezza: rendendo di fatto obsoleti keybox e tastierini, che sono leciti solo quando non vengono utilizzati per far accedere i turisti alla struttura.
Guerra capitale alle keybox, nuovo Testo in Toscana – Il Comune di Roma, attraverso la polizia locale, già il 5 dicembre ha iniziato a rimuovere le scatolette nel centro storico, ma la procura lo ha stoppato: troppa fretta, non sono le keybox in sé ad essere illegali, appunto, ma un uso specifico che se ne può fare.
Mentre il 20 dicembre scorso la regione Toscana ha approvato un nuovo Testo unico per il turismo che accoglie di fatto alcune delle proposte delle associazioni, dando ai sindaci il potere di regolamentare e limitare per zona gli affitti turistici: non mancheranno i ricorsi, ma se dovesse “reggere” nei tribunali, come prevede la regione, farà da apripista per altri.
Le regole dal 2025 – “Limitare le locazioni brevi turistiche è necessario e possibile” concludono i collettivi che hanno condotto l’azione stanotte. Dal 1 gennaio 2025 entrano in vigore le nuove regole volute dal ministro Santanché, che prevedono sostanzialmente una revisione e riordino dei codici di identificazione delle locazioni turistiche (si crea un codice identificativo nazionale) senza imporre limiti alle stesse.
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