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“Milei smantella la memoria”: verso il licenziamento 600 lavoratori dell’ente che gestisce gli archivi sulle atrocità della dittatura

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“Il governo di Milei sta smantellando le politiche pubbliche sulla memoria. Siamo qui per impedirlo”. A parlare al Fattoquotidiano.it è Mirta, sorella di Teresa Alicia Israel, avvocata desaparecida durante l’ultima dittatura militare argentina. Si trova tra le centinaia di persone che, venerdì 27 dicembre, hanno protestato a Buenos Aires contro i licenziamenti annunciati dei lavoratori della Segreteria dei diritti umani. La struttura – che dipende dal ministero della Giustizia – si occupa di gestire i progetti e gli archivi dove si denunciano le atrocità commesse durante il regime. Secondo i sindacati, a gennaio almeno 600 persone rimarranno senza lavoro con la conseguenza di fermare le attività dell’ente. Nel suo primo anno alla Casa Rosada, il presidente ultraliberista ha attuato tagli netti alla spesa pubblica: ha chiuso 13 ministeri e licenziato 30.000 dipendenti statali.

La protesta si è tenuta nel giardino della ex Scuola meccanica della marina (ESMA), centro di detenzione clandestina, dove tra il 1976 e il 1983 sono state torturate e uccise almeno 5mila persone. Con il ritorno alla democrazia, la ex ESMA è diventata un Museo della memoria, riconosciuto come patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Al suo interno si organizzano incontri con gli studenti, laboratori gratuiti, attività educative e di sensibilizzazione, festival: ora la struttura rischia di rimanere paralizzata per la mancanza di dipendenti. “Abbiamo organizzato la manifestazione in un luogo simbolico perché vogliamo mostrare l’importanza degli spazi dove si fa memoria. Proprio oggi è stato annunciato il ritrovamento del 138esimo nipote. Non sarebbe stato possibile senza le abuelas e le madres de Plaza de Mayo”, commenta Nana Gonzalez, delegata di ATE, il sindacato dei dipendenti statali. “Ci troviamo in una situazione molto complessa e angosciante perché stiamo subendo massicci licenziamenti”, aggiunge. Negli ultimi mesi, il ministero della Giustizia del ministro Mariano Cúneo Libarona ha avviato un programma di pensionamenti “volontari”. Secondo ATE, si tratterebbe però di “un’estorsione” perché al 31 dicembre coloro che non avranno accettato la proposta non riceveranno più il loro salario. Inoltre, il ministero della Giustizia sta valutando ulteriori tagli che coinvolgerebbero 2mila dipendenti in diverse aree del dicastero.

Sono molti i progetti che rischiano di non poter continuare. Come la gestione dei “sitios de memoria”, ex centri di detenzione clandestina e tortura che oggi sono conservati e usati come spazi di testimonianza delle violenze e degli abusi commessi in quel periodo. Tra questi ci sono Automotores Orletti, Atlético, Olimpo, Escuelita de Famaillá nella provincia di Tucumán. “Il governo sta calpestando e abbattendo tutti i diritti ottenuti finora”, commenta Karen, attivista di NIETES, l’associazione dei nipoti delle persone scomparse durante la dittatura. Suo nonno era Orlando Galván, sequestrato e desaparecido nel 1977. I suoi resti sono stati identificati nel 2010 dall’Equipo Argentino de Antropología Forense (EAAF). “Sono qui per mio nonno e per le 30mila persone scomparse. È una lotta comune”.

Il depotenziamento della Segreteria per i diritti umani è l’ultima delle misure che hanno indebolito i progetti di preservazione della memoria storica. Secondo il rapporto Memoria cancelada. El intento libertario de relegitimar la dictadura, elaborato dal Centro de Estudios Legales y Sociales (Cels) e dall’organizzazione Memoria Abierta, nel 2024 il leader del partito La Libertad Avanza ha chiuso l’Equipo de Relevamiento y Análisis Documental de los Archivos de las Fuerzas Armadas, il gruppo di ricerca che aveva l’obiettivo di ricostruire e analizzare la documentazione prodotta dalle forze armate e di sicurezza, cercando di identificare e preservare prove documentali relative ai crimini contro l’umanità commessi durante quel periodo. Il governo ha anche chiuso la Mesa sobre Documentación de Inteligencia Vinculada a Violaciones a los Derechos Humanos, l’organismo che doveva raccogliere, analizzare e conservare i documenti legati alle attività di intelligence delle forze di sicurezza e delle forze armate. L’unità era fondamentale per la ricostruzione degli abusi come le torture, le esecuzioni extragiudiziali, le sparizioni forzate e le persecuzioni politiche. Le informazioni raccolte erano cruciali per i processi contro i responsabili di tali crimini e per il lavoro di identificazione delle vittime, come nel caso delle indagini sul destino dei bambini sottratti alle famiglie degli oppositori politici e assegnati a quelle dei militari. Nell’epoca Milei sono diminuiti anche i procedimenti giudiziari per crimini contro l’umanità: nel 2024 sono state emesse solo 14 sentenze, il numero più basso negli ultimi dieci anni.

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