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Terra dei fuochi, Acerra rischia di passare da città di Pulcinella a città di Pirandello: ecco perché

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La città di Acerra è purtroppo nota oggi come epicentro e simbolo del disastro ambientale più grande perché più negato di Italia quale Terra dei Fuochi campana. Acerra è stata declarata colpita da disastro ambientale nel 2006 e come conseguenza ha registrato il record italiano di incidenza di cancro nel 2017, ma questo non ha evitato nel 2009 la installazione nel suo territorio industriale dell’inceneritore più grande di Italia pari oggi a circa 9 inceneritori medi italiani e in cui pochi giorni fa è stato concesso al gestore A2a di potere incenerire ulteriori 100mila tonnellate/anno di rifiuti.

Con la presentazione del dossier ‘I Segreti di Pulcinella’ però, nel 2024, è stata presentata ufficialmente la candidatura della città di Acerra a Capitale Italiana della Cultura 2027.

Tra “i segreti di Pulcinella” dobbiamo così aggiungere il segreto sul prospettato ampliamento del già maxi inceneritore per altre 100mila tonnellate/anno circa che, a quanto pare, sono state comunque concordate. Acerra, da “Città di Pulcinella” vuole forse diventare la “Città di Pirandello”? “Un inceneritore, nessun inceneritore o centomila tonnellate aggiuntive da incenerire ad Acerra?” Chi può aiutare i cittadini acerrani a comprendere il loro vero destino?

A nostro parere solo la profondissima introspezione pirandelliana alla ricerca della irraggiungibile “verità” può aiutarci a capire meglio “il gioco delle parti” in base al quale un Presidente ex-Pd concede altri dieci anni di incenerimento per un incasso totale non inferiore a 2.5 miliardi di euro (in 25 anni) alla azienda leghista A2a per la sola gestione più i consistenti extraprofitti da attuale incremento dei costi dell’energia.

Sinergie e simpatie tra Lega nord e Presidenza campana estese, a questo punto direi comprensibilmente, anche al nulla osta leghista al terzo mandato dell’attuale Presidente: “Così è (se vi pare)”!

Noi Medici dell’Ambiente (“Il dovere del Medico” – Pirandello 1919) ci siamo posti la domanda in un comunicato stampa ufficiale chiedendo di comprendere perché ad oggi l’unica certezza ad Acerra è che la centralina zona industriale Arpac è diventata quella con il record in Campania di sforamenti delle tossiche e assassine polveri sottili pm10: “Sei centraline di cerca di cause” tutte tra il nolano e l’acerrano.

Il nostro studio dei dati Arpac 2024 raffrontati con quelli del 2023 dimostrano che il livello di inquinamento da polveri sottili in tutti i territori campani è in aumento per quest’anno di un livello medio del 10% circa, raggiungendo il massimo incremento del 12% nell’agglomerato Napoli-Caserta. La mortalità per inquinamento evitabile e non evitata resta ai massimi livelli nazionali! Le concentrazioni massime di pm10 vengono segnalate, anche nel 2024, dalle centraline della piana nolana, ma resta al primo posto quella di Acerra zona industriale.

Il monitoraggio eseguito dall’Ing Tony Petrella (su dati Arpac) per la zona di Acerra rileva da oltre due anni che la centralina della Zona Industriale, sita nelle prossimità dell’inceneritore, ha registrato una quantità di sforamenti del pm10 anomala più di tutti gli anni precedenti. Tale centralina passa da una media di 60 ad una media di 80 sforamenti all’anno come riportato dal prospetto storico (figura in allegato). Un aumento percentuale di circa il 33% che si è stabilizzato in tutti gli anni successivi al 2021.
Siamo consapevoli che l’incremento degli sforamenti in pm10 non proviene direttamente dal maxi inceneritore (che ha i filtri per le pm10) ma è indiretto parametro dell’eccezionale flusso di mezzi pesanti (Tir) in circolazione in tale area industriale, che comprende anche il maxi inceneritore.

In questi giorni è stato comunicato l’accordo Regione-A2a per un eventuale incremento di 100.000 tonnellate annue in più di rifiuti da fare bruciare o nell’impianto o in altri impianti a cura del gestore. Questo accordo ci può fornire una spiegazione per l’incremento del flusso veicolare di tir e quindi degli sforamenti in pm10. Anche se non ancora inceneriti, è possibile ipotizzare che l’incremento delle pm10 da tir e sin dal 2021 possa indicare la presenza di un deposito di rifiuti già colmo e pronto ad essere incenerito ad Acerra o altrove.

A noi Medici dell’Ambiente non fa piacere in questo “gioco delle parti” interpretare sempre il ruolo degli “allarmisti” o degli “iettatori” o dei “pazzi” (“La Patente”, “Il berretto a sonagli”) ma dubitare della apparenze facendo cadere tutte le “maschere” istituzionali è purtroppo un obbligo dopo decenni di negazionismo assassino (“L’uomo dal fiore in bocca”, Pirandello 1923) ambientato nelle stazioni di Acerra ancora con passaggi a livello.

Una accurata ispezione dell’impianto e dei suoi depositi e linee di incenerimento da parte di forze politiche indipendenti dai gestori (direi almeno “Sei personaggi in cerca di elettori”) sarebbe a nostro parere necessario e urgentissimo per verificare la presenza e/o il deposito già in atto delle 100mila tonnellate di rifiuti aggiuntive in grado di provocare, dopo un barlume di speranza a fine 2024, il ritorno alle origini del disastro acerrano e di tutta la letteratura pirandelliana: “Il fu Mattia al Pascal“: la Fondazione Pascale è l’unico Irccs oncologico in Campania ormai al collasso per eccesso di nuovi casi di cancro specie da Acerra. Unico modo per sopravvivere a tanta schizofrenia in Campania? Fuggire fingendosi già morto.

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