“Puff Daddy mi ha stuprata con il telecomando e mi ha puntato il coltello in faccia per vendetta”: la straziante testimonianza di una delle vittime
È uscito nella notte sulla piattaforma Peacock l’atteso documentario di novanta minuti tutti dedicati al controverso Puff Daddy, in carcere a Brooklyn con diverse accuse di violenza sul capo e in attesa del processo al via il 5 maggio. Tra li elementi che stanno emergendo da “Diddy: The Making of a Bad Boy” c’è una terribile testimonianza di una donna che ha accusato l’ex magnate musicale di averla violentata con un telecomando. La notizia era balzata alle cronache lo scorso ottobre, ma ci sono ulteriori dettagli agghiaccianti.
La presunta vittima, identificata solo con il suo nome di battesimo Ashley, non ha mostrato naturalmente il volto alle telecamere per la privacy, ma ha accusato Combs di averla violentata nel 2018. La donna ha spiegato di aver incontrato il produttore con altre persone in California. Nella denuncia Ashley spiega che in qualche modo, durante una discussione, aveva lasciato intendere che credeva che Puff Daddy fosse coinvolto nel famoso omicidio del rapper Tupac Shakur. Puff Daddy avrebbe minacciato la donna, dicendole che gliel’avrebbe fatta pagare per quanto aveva sostenuto. E così è stato.
“Il mese successivo mi trovavo nell’appartamento di un conoscente comune – ha raccontato – quando Puff Daddy si è presentato con molte altre persone, tra cui Kristina Khorram, il suo capo dello staff.Mi ha puntato un coltello in faccia e alla fine mi ha violentata con un telecomando. Khorram mi ha poi minacciata dicendo che serie potuta sparire dalla faccia della terra, se avessi continuato a parlare in giro.
Nel documentario, Ashley, che a volte parla tra le lacrime, dice che da quando è stata aggredita, è rimasta isolata, incapace di fidarsi delle altre persone: “Sono diventata incredibilmente solitaria. Non mi fido di nessuno”.
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