Emanuela Orlandi, l’ammissione di don Vergari: “La pista di De Pedis? Potrebbe essere vera”. Il fratello Pietro a Chi l’ha visto: “Lui sa delle cose”
“Poteva anche essere vero”: questa frase, quattro parole, potrebbe indicare se non la soluzione almeno una traccia da seguire e ripercorrere per risolvere uno dei misteri più impenetrabili della storia d’Italia: il giallo della scomparsa di Emanuela Orlandi. Ma chi l’ha detta e soprattutto in quale circostanza?
Audizione di Don Pietro Vergari
Pochi giorni fa, don Pietro Vergari è stato convocato e ascoltato dalla commissione parlamentare di inchiesta che indaga sulle scomparse di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Vergari è l’ex rettore della Basilica di Sant’Apollinare che all’epoca dei fatti, nel 1983, ospitava al suo interno la scuola di musica “Ludovico da Victoria” frequentata da Emanuela. La ragazza scomparve proprio al termine di una lezione di musica, quello fu l’ultimo posto in cui fu vista il 22 giugno del 1983. Don Vergari, lo ricordiamo, è la stessa persona che ha richiesto di tumulare il bandito romano Enrico De Pedis all’interno della cripta della Basilica. De Pedis, più volte tirato in ballo come possibile sequestratore di Emanuela dai magistrati che hanno indagato nel corso della seconda inchiesta, era molto “intimo” di don Vergari che celebrò le sue nozze e accorse in strada quando fu trucidato in un agguato in via del Pellegrino, nel 1990. Vergari è stato anche indagato dal procuratore Giancarlo Capaldo per concorso in sequestro di Emanuela Orlandi insieme ad altri membri della batteria del dandy di Romanzo Criminale (Virtù, Ciletto e Gigetto) e alla sua amante Sabrina Minardi. Non fu prosciolto perché ritenuto innocente ma solo perché l’inchiesta fu archiviata dal procuratore generale Giuseppe Pignatone che adesso è indagato per mafia e appalti.
La telefonata a Chi L’ha Visto
Come fu reso noto alla gente comune che in quella Basilica era stato seppellito un noto criminale? Nel 2005 arrivò una telefonata anonima in diretta alla trasmissione “Chi l’ha visto” in cui un anonimo interlocutore disse: “Se volete risolvere il mistero di Emanuela Orlandi andate a vedere chi è sepolto nella Basilica di Sant’Apollinare e del favore che “Renatino” (soprannome di de Pedis) fece al cardinale Poletti (Ugo, che firmò la dispensa speciale per la sepoltura, ndr). Ma quale favore avrebbe mai potuto fare un criminale a un cardinale? I membri della commissione parlamentare hanno chiesto spiegazioni su questa telefonata di 20 anni fa a don Vergari, a cui è stato chiesto se quella del sequestro da parte di de Pedis potesse essere una pista credibile. Ebbene lui con un filo di voce ha risposto: “Poteva essere vero”. Questa frase è stata captata e riportata dal giornalista Francesco Paolo del Re inviato della trasmissione “Chi l’ha visto” che l’ha trasmessa in diretta alla presenza del fratello della cittadina vaticana scomparsa, Pietro Orlandi, ospite ieri in studio. Questa frase, poche parole, potrebbe cambiare le sorti del caso, avvalorando la pista del sequestro ad opera di De Pedis per conto di qualcuno, ma di chi?
Le intercettazioni telefoniche
“Don Vergari sa sicuramente delle cose ma ha sempre escluso ogni possibilità che de Pedis potesse avere avuto un ruolo, ne ha sempre parlato come una persona buona. Non ha mai voluto parlare con me”, ha detto ieri Pietro Orlandi. Su di lui, don Vergari non ha espresso una bella opinione come ricostruito dalle intercettazioni trasmesse ieri a “Chi l’ha visto” in cui don Vergari dice: “Quello dice che voleva avere un contatto con me, il fratello di quella. Quello è un ciarlatano sa, scrive libri, fa dichiarazioni. Quando verrà da me gli dirò: non ho mai conosciuto tua sorella, non l’ho mai vista, non voglio sentirne parlare, l’ho vista solo sui manifesti, E tutti gli altri poveretti che sono morti, che sono spariti di qua e di là? Mo’ solo perché questo qua fra fracasso a questa maniera devono dare ascolto alla verità? Tanto è talmente complicata”. E con quest’ultima frase lascia quasi intendere che lui la verità la conosca.
E ancora su Pietro: “C’è il fratello di questa qui che non si dà pace, fa cortei fino al Vaticano, insomma non ti dico che combina” dice all’interlocutore che, giustamente, fa notare a don Pietro che lui vuole solo “scoprire chi ha ammazzato la sorella”. Poi don Pietro ammette in questa telefonata di aver traslato la tomba di De Pedis dal Verano a Sant’Apollinare perché al cimitero monumentale di Roma era oggetto di dispetti e insulti.
Don Vergari parlava spesso e volentieri anche con la moglie di de Pedis, Carla (oggi scomparsa) che cercava di tranquillizzarlo quando recapitarono a don Pietro l’avviso di garanzia per concorso in sequestro, oltre dieci anni fa: “Quello è un atto dovuto, stanno a cerca’ di metterla in mezzo”, gli disse. E poi quella frase inquietante che, se corrispondesse alla realtà, confermerebbe l’esistenza di quel cosiddetto mondo di mezzo in cui Chiesa, Stato e Mafia si intrecciano e che è alla base dell’inchiesta su Mafia Capitale. “Tanto il procuratore nostro sta prosciogliendo, sta archiviando tutto, è roba di pochi giorni, Resista”, così la vedova di de Pedis a don Pietro. L’inchiesta su Emanuela Orlandi fu archiviata dal procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone nel 2016 che poi è diventato presidente del Tribunale Vaticano, nel 2019.
L'articolo Emanuela Orlandi, l’ammissione di don Vergari: “La pista di De Pedis? Potrebbe essere vera”. Il fratello Pietro a Chi l’ha visto: “Lui sa delle cose” proviene da Il Fatto Quotidiano.