L’attentatore ai mercatini di Magdeburgo era stato segnalato 110 volte alle autorità tedesche. Per lui solo una multa
Non una, non dieci, ma più di cento volte. È il numero di segnalazioni arrivate alle autorità tedesche sull’attentatore di estrema destra che il 20 dicembre scorso si è lanciato con la sua auto contro la folla al mercatino di Natale di Magdeburgo, uccidendo cinque persone e ferendone altre 200 circa. Bastava entrare nel suo profilo X per trovare attacchi alla Germania, ai musulmani e minacce di azioni violente. Oppure, ancora più semplice, bastava che polizia e intelligence controllassero negli archivi dei vari dipartimenti statali. Una cronologia redatta dalla commissione Interni del Bundestag elenca infatti un totale di 110 ‘incidenti’ tra Taleb Al Abdulmohsen e le autorità di sicurezza tedesche: dagli uffici investigativi penali statali e dall’Ufficio federale di polizia criminale all’Ufficio federale per la protezione della Costituzione al Servizio federale di intelligence, come specifica Ard, tutti hanno avuto scontri con il cittadino di origine saudita.
Il primo di questi ‘incidenti’ è avvenuto 12 anni fa, nel 2013, quando Al Abdulmohsen si trovava in Germania da sette anni. In una telefonata con l’ordine dei medici (è psichiatra) ha minacciato un attacco che avrebbe attirato “l’attenzione internazionale”, facendo riferimento all’attentato alla maratona di Boston, che però era di matrice islamista, compiuto dai fratelli Džochar e Tamerlan Carnaev e nel quale morirono tre persone. Per questo, il tribunale distrettuale di Rostock lo aveva condannato a pagare una multa.
La sentenza, però, non lo ha dissuaso dal portare avanti la sua personale guerra contro l’Islam e i Paesi Ue che perseguono “l’islamizzazione della società”. Appena un anno dopo ha nuovamente minacciato di commettere reati di “rilevanza internazionale”, tanto che gli è stata assegnata la cosiddetta Gefährderansprache, una misura preventiva, a bassa soglia, per ricordare ai potenziali sospetti di rispettare la legge. Nel luglio 2014, poi, l’Ufficio federale per la protezione della Costituzione ha ricevuto una lettera dalle autorità saudite perché anche lì Al Abdulmohsen aveva fatto delle minacce dopo che gli era stata ritirata la borsa di studio. Le autorità saudite si sono nuovamente rivolte ai tedeschi anche nel 2015 per avere informazioni su di lui e sui suoi contatti. Oltre all’Ufficio federale della polizia criminale e a diversi uffici statali di indagini penali, erano stati informati anche l’Ufficio federale per la protezione della Costituzione. Poi viene segnalato un altro reato, questa volta per minacce contro la Procura di Rostock e due giudici. Il caso viene nuovamente archiviato. A metà 2015 annuncia che comprerà una pistola e sparerà a due giudici. Anche questo caso viene archiviato: non c’era un ragionevole sospetto.
Nel 2016, finalmente, il dottore vede accolta la sua domanda di asilo, ma questo non placa la sua rabbia e non ferma le sue minacce. Così vengono registrati altri reati, tra cui anche un presunto bacio a una donna contro la sua volontà. Il caso viene archiviato per reati minori e si aggiungono altri sospetti, come quello di traffico di esseri umani, immigrazione illegale e possibile abuso di asilo. Nel 2022, anche il Regno Unito viene messo in guardia. Nel 2023, l’Arabia Saudita richiede una red notice, che dovrebbe portare alla sua estradizione, ma questa non si concretizza a causa del suo status di rifugiato.
Infine, l’attentatore ha cercato di contattare più volte la ministra degli Interni tedesca, Nancy Faeser, attraverso il portale online del ministero. A novembre ha minacciato pubblicamente sul sito: “In Germania succederà qualcosa di grosso. Il mio consiglio: non chiedete asilo in Germania”. Anche in questo caso sono state avviate delle indagini che non hanno portato ad alcuna conseguenza. Fino al 20 dicembre scorso, quando l’uomo è passato dalle parole ai fatti.
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