Netanyahu: “Tregua salta senza i nomi degli ostaggi”. Poi in tv: “Nostro diritto tornare in guerra, abbiamo già l’appoggio degli Usa”
Israele “mantiene il diritto di tornare in guerra” e ha già “l’appoggio di Joe Biden e Donald Trump” se dovesse saltare la tregua. Proprio il tycoon che si insedierà lunedì 20 gennaio, ha già deciso di rimuovere “tutte le restrizioni sull’approvigionamento di armi e munizioni essenziali” per Tel Aviv. A dirlo, a qualche ora dall’avvio del cessate il fuoco, è stato il premier israeliano Benjamin Netanyahu, intervenuto con un discorso televisivo alla nazione. Poco prima, il suo stesso ufficio, aveva diffuso un avvertimento: “Non proseguiremo con il piano finché non riceveremo l’elenco degli ostaggi che saranno liberati, come concordato. Israele non tollererà violazioni dell’accordo. La responsabilità esclusiva è di Hamas”. Nonostante diversi rumors infatti, Hamas non ha ancora consegnato i nomi delle tre donne che saranno rilasciate il 19 gennaio.
Netanyahy, parlando pubblicamente, ha poi rivendicato il ruolo di Israele e la possibilità (anzi il “diritto”) che la tregua possa saltare prima del tempo: “Dobbiamo raggiungere tutti gli obiettivi della guerra“, ha detto, “Gaza non deve rappresentare più una minaccia per Israele. La sacra missione di liberare gli ostaggi mi ha accompagnato per tutta la vita”. E per questo, ha sottolineato, “il cessate il fuoco approvato è temporaneo”. E “ci riserviamo il diritto di tornare in guerra”. Quindi ha assicurato che il presidente uscente degli Stati Uniti Joe Biden e il presidente entrante Donald Trump hanno garantito che la guerra riprenderebbe se i negoziati sulla seconda fase dell’accordo fallissero. In particolare, ha ringraziato il tycoon che si insedierà lunedì prossimo: “Apprezzo la decisione del presidente Trump di rimuovere tutte le restrizioni rimanenti sull’approvvigionamento di armi e munizioni essenziali per Israele. Se dovremo riprendere i combattimenti, lo faremo in modi nuovi e con una grande forza”.
Netanyahu, sempre questa sera, ha dichiarato che Israele aumenterà le forze lungo l’asse Filadelfia e che se l’accordo continua alla fase due, l’Idf dovrebbe ritirarsi completamente. E ha promesso: “Riporteremo a casa tutti (gli ostaggi) e raggiungeremo tutti gli obiettivi elencati”. Quindi ha ringraziato Biden e Trump. “Mia moglie Sara investe tutto il suo cuore e la sua anima nella preoccupazione per le famiglie e per il ritorno degli ostaggi, e si impegna per loro sia in Israele che all’estero. So che questa preoccupazione è condivisa da tutte le famiglie in Israele. Fino ad oggi, abbiamo riportato a casa 157 dei nostri ostaggi, di cui 117 sono vivi. Con l’accordo appena approvato, riavremo a casa altri 33 dei nostri fratelli e sorelle, la maggior parte dei quali vivi”.
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