Lo Stato ad Hammamet per commemorare Craxi, La Russa: “Non doveva morire in esilio”. E Tajani: “Giusto che sia riabilitato”
Lo Stato corre ad Hammamet per commemorare Bettino Craxi. A venticinque anni dalla morte del leader socialista, protagonista di Tangentopoli, si scomoda persino la seconda carica dello Stato. “Non sarebbe dovuto accadere che Craxi dovesse morire qui in esilio”, ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa arrivando al Centro Internazionale Dar Sebastien. Insieme a Stefania Craxi, la seconda carica dello Stato ha aperto le celebrazioni per anniversario della scomparsa in Tunisia del leader socialista. “Craxi, calmati i venti della cronaca diventa un personaggio della storia e come tutti i grandi personaggi della storia può avere luci, può avere ombre ma non può essere più utilizzato da una parte o dall’altra a sostegno di tesi che incidano nell’attualità”, ha detto La Russa. “Credo che ormai – ha aggiunto il presidente del Senato – passato il tempo delle invettive, Craxi debba essere studiato come una grande figura della storia: non c’è una figura della storia su cui non si discuta né il bene né il male ma su questo non ci sono minimamente dubbi”.
In realtà, l’epoca delle “invettive” è – come noto – quella di Tangentopoli, cioè i processi per corruzione dai quali Craxi fuggì, rifugiandosi in Tunisia. Venne comunque condannato per due volte in via definitiva per un totale di dieci anni di carcere: ha preso cinque anni e sei mesi per corruzione nell’inchiesta sulle mazzette Eni-Sai, e quattro anni e sei mesi per finanziamento illecito in quella sulla Metropolitana di Milano. “Quello che io sento il debito più grande oltre a quello di un dibattito serio e sereno sulla sua figura è quello di non avere impedito che morisse all’estero in esilio, non avere voluto che potesse curarsi in Italia. Questa cosa, fu la spinta che mi portò già all’inizio degli anni 2000 a venire a rendere omaggio a chi era morto esule”, ha aggiunto La Russa. Il Movimento sociale, infatti, fu al fianco dei giudici di Tangentopoli e lo stesso La Russa manifestò sotto gli uffici milanesi di Craxi.
E infatti oggi il segretario del Psi Enzo Maraio lo fa notare, sottolineando che “la storia dei La Russa, di chi non ha rinunciato alla fiamma, di chi conserva i busti di Mussolini e che non è capace di dire che il fascismo è stato male assoluto, non è compatibile con quella di Craxi”. Ad Hammamet è andato anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha definito Craxi come “uno dei grandi protagonisti della politica estera italiana insieme ad Andreotti e Berlusconi, un uomo che ha avuto sempre il coraggio di difendere le proprie idee, pagando anche con l’esilio le proprie scelte, vittima di un giustizialismo dissennato che non potendo sconfiggere i partiti all’epoca dal governo, quelli del pentapartito, ha usato l’arma della giustizia per persone che poi erano persone perbene”. A sentire il vicepremier, “è giusto che sia anche di fronte ai cittadini italiani riabilitato per le ingiustizie che ha subito in vita e anche durante l’esilio”.
A fare la lista dei personaggi politici arrivati negli anni ad omaggiare suo padre è stata Stefania Craxi. “Una cosa che mi preme di dire è che in tutti questi anni personalità istituzionali e politiche importanti sono venute a rendere a Craxi omaggio e restituirgli onore ad Hammamet, il Presidente La Russa ci è venuto anche in forma privata qualche anno fa, quindi non è la prima volta, Tajani è venuto da Presidente del Parlamento Europeo, poi posso citare il Presidente del Senato Marcello Pera, l’allora Presidente della Camera del Pdl Pierferdinando Casini, sono stati tanti ma nessun esponente istituzionale o politico di rilievo dal centrosinistra ha ancora calcato la sabbia di Hammamet”.
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