Usa via dall’Oms, quanto pesa l’uscita del principale finanziatore e quanto peserà sulla salute globale
Nella raffica di ordini esecutivi firmati da Donald Trump c’è anche quello per l’uscita degli Usa dall’Organizzazione mondiale della Sanità, come durante il primo mandato. L’istituzione ha espresso “rammarico”. “Ci auguriamo che gli Stati Uniti riconsiderino” la loro posizione, ha dichiarato il portavoce dell’Oms, Tarik Jasarevic, durante un punto stampa a Ginevra.
Al di là delle parole l’uscita significa per l’Oms perdere l’attuale primo finanziatore. Gli Usa partecipano infatti con quasi 1 miliardo di dollari di contributi per il biennio 2024-2025 su un budget totale di 6,5 miliardi, a cui si aggiungono circa 2 miliardi di risorse legate a interventi di emergenza o specifiche finalità. Il finanziamento dell’Oms avviene attraverso due canali principali: i contributi fissi (assessed), versati dagli Stati membri e fissati sulla base di parametri come il Pil e la popolazione, e i contributi volontari versati, oltre che dagli Stati membri, anche da soggetti privati (la Bill and Melinda Gates Foundation è la prima tra questi, con 646 milioni nel biennio 24-25). Secondo la piattaforma pubblica dell’Oms sui propri finanziamenti, gli Stati Uniti, nell’ultimo biennio hanno destinato all’agenzia 260 milioni di contributi fissi e 698 milioni di contributi volontari.
Queste risorse hanno finanziato per il 23,35% programmi per “l’accesso a servizi sanitari essenziali”, per il 23,05 la risposta a emergenze sanitarie “acute”, per il 18,43% il programma per l’eradicazione della poliomielite nel mondo, il 7,62% all’identificazione di minacce alla salute attraverso strumenti di sorveglianza, il 5,43% per i programmi di preparazione alle emergenze. Quanto alle aree geografiche in cui sono state impiegate le risorse, circa la metà è stata divisa tra l’Africa e quella che l’Oms classifica come regione Orientale del Mediterraneo, che si estende dalla Tunisia al Pakistan e in cui si situano alcune delle principali emergenze sanitarie globali: Sudan, Somalia, Siria, Palestina, Afghanistan. Con l’uscita statunitense due soggetti privati – la Bill and Melinda Gates Foundation e la GAVI Alliance (già nota come Global Alliance for Vaccines and Immunisation) – diventerebbero i principali finanziatori dell’Oms. L’Italia, con circa 70 milioni è oggi al 19° posto tra i finanziatori. L’annuncio del neo-presidente Donald Trump arriva in un momento critico: giovedì scorso il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus (nella foto) aveva rivolto un appello alla comunità internazionale con una richiesta di 1,5 miliardi di risorse aggiuntive per rispondere alle crisi sanitarie senza precedenti.
Tra le poche reazioni si registra quello della Cina per cui il ruolo dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) “dovrebbe essere solo rafforzato e non indebolito” come commenta il portavoce del ministero degli Esteri cinese Guo Jiakun. “La Cina continuerà a sostenere l’Oms nell’assumere le sue responsabilità”. Trump, durante la firma, ha lamentato i pagamenti molto bassi all’Oms della Cina in rapporto alla sua popolazione.
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