La nuova protesta dei precari del Cnr: “Abbiamo trovato le risorse per le stabilizzazioni, perché la presidente Carrozza non le avvia subito?”
Dopo circa un mese di occupazione partita lo scorso 28 novembre e sospesa per la pausa natalizia, i precari del Consiglio Nazionale delle Ricerche sono di nuovo in mobilitazione. A spingerli ancora una volta la richiesta di stabilizzazione. Grazie ad un emendamento voluto dalle opposizioni (Pd, M5S e Avs) e approvato in legge di Bilancio il dicembre scorso, sono stati infatti stanziati 32 milioni di euro in tre anni, i primi 10 milioni per il 2025, per le assunzioni a tempo indeterminato. “La presidente Maria Chiara Carrozza diceva che non c’erano risorse – dice Antonio Sanguinetti, ricercatore di Precari Uniti CNR – ora i soldi li abbiamo trovati noi. Carrozza sostiene che inserirà le risorse nella programmazione triennale per poi cominciare il processo di stabilizzazione entro dicembre 2026. Per noi è inaccettabile – continua Sanguinetti – i contratti dei precari scadranno molto prima di quella data”.
A testimoniarlo diversi lavoratori e lavoratrici precarie in presidio davanti alla sede romana, come Francesco Cappelli, fisico che si occupa di ricerca con laser con applicazioni nel monitoraggio ambientale: “Il mio contratto scadrà il prossimo aprile, aspettare i tempi della presidente mi lascia nella totale incertezza”. “Dopo sei anni di lavoro, il mio assegno è finito a dicembre 2024 – fa eco Cora Fontana, architetta specializzata nella prevenzione del rischio sismico – c’è un po’ sempre la sensazione di avere uno stigma: il lavoratore precario è quello che fa il lavoro sporco, però poi di fatto non merita niente”. I precari, insieme alle sigle sindacali UIL RUA e FLC CIGL, hanno continuato la protesta al primo piano dell’edificio, dove era in corso una riunione del consiglio di amministrazione dell’ente, per chiedere il prima possibile un incontro con la presidente Carrozza.
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