“Abbiamo lasciato da soli i nostri bambini di 7 e 9 anni in casa mentre andavamo a cena fuori. Pentiti? Per niente”: la confessione di due genitori
Diritti e doveri dei genitori. La lista è lunga e spesso si parla – tra mamme e papà – di come bisogna gestire i piccoli, quando ci si vuole ritagliare qualche oretta di svago e di intimità, quando si è stanchi. C’è chi si fa prendere dai sensi di colpa e decide di sacrificare se stesso, c’è chi chiama senza problemi una babysitter (per chi può permetterselo chiaramente), chi ricorre ai nonni, quando sono disponibili e in forze… C’è anche chi adotta una soluzione estrema: lasciarli da soli a casa.
Lo ha raccontato Carolyn Abram a Business Inside. Tutto nasce da un viaggio dell’estate 2022 che ha visto coinvolta tutta la famiglia, prima in Svizzera e poi in Italia, in quel momento funestata da altissime temperature. Nonostante tutto Carolyn e la sua famiglia sono riusciti ad arrivare al Lago di Como e a fare un giro turistico, nonostante l’afa insopportabile. “Ma quando è arrivato il momento di cena, nessuno voleva lasciare il nostro appartamento Airbnb con aria condizionata. – ha affermato – Non sapevo cosa fare. Dovevo mangiare qualcosa, ma mi sentivo esausta al solo pensiero di convincere i bambini a camminare fino in città, cercare un ristorante-pizzeria, l’unica scelta accettabile, che potesse farci sedere, e poi aspettare il nostro cibo con loro”.
E ancora: “C’era un ristorante al piano terra di dove alloggiavamo, ma non era una pizzeria. Sapevo che i nostri schizzinosi piccoli non avrebbero toccato nulla del menù. Forse eravamo semplicemente stufi dei bambini. Qualunque cosa fosse, mio marito ebbe un’idea: potremmo semplicemente lasciarli qui a casa“.
Nessun tentennamento da parte della donna: “Se fossimo stati a casa a Seattle, avrei respinto categoricamente questa proposta. Avrei detto qualcosa del tipo: ‘I buoni genitori non lasciano i loro figli incustoditi’. Ma dicono che viaggiare ti fa diventare una persona diversa, solo per qualche giorno. Forse è per questo che ho detto: se diamo loro i tablet, non si muoveranno letteralmente“.
E così hanno fatto. I due si sono ritagliati una cenetta coi baffi da soli e poi sono rincasati: “Quando siamo tornati al nostro appartamento in affitto, come previsto, i bambini non si erano mossi di un centimetro. Ci sentivamo come se avessimo appena superato una sorta di test genitoriale. I bambini hanno riferito di non sentirsi affatto spaventati o abbandonati. Non c’era motivo di non farlo di nuovo. E lo abbiamo fatto a Roma”.
Insomma un esempio di educazione e di rapporto tra genitori-figli forse non consueto, ma sicuramente da analizzare per bene. L’esempio di Carolyn è sembrato più che positivo nell’ottica della responsabilizzazione dei propri figli. Ma è un caso isolato?
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