TikTok, anche in Cina il rischio ban ha stimolato il potenziale per rimpiazzare l’app
di Gianluigi Perrone*
La Corte Suprema statunitense ha confermato il ban di TikTok. La compagnia cinese Bytedance, proprietaria al 20% del social media, si è rifiutata di vendere le quote e, nonostante pare che sia Biden sia Trump fossero contrari, la decisione risulta in una scomparsa della applicazione dagli store telefonici.
I circa 120 milioni di utenti americani attivi, dei quali 600mila creator, rischiano di rimanere orfani del loro media di riferimento, e ciò ha generato una strana forma di protesta. Migliaia di utenti americani si sono riversato sulla piattaforma cinese 小红书, tradotto per l’utenza estera con RedNote, Libretto Rosso, dove si è sviluppato un intenso dialogo interculturale tra americani e cinesi. Perché proprio RedNote?
L’aspettativa logica era che l’utenza si muovesse su Instagram, Facebook, YouTube, che con reel, storie e shorts aveva cercato di implementare il modello TikTok sulle proprie piattaforme. Tuttavia la pesante censura presente in Meta, eliminata da Zuckerberg all’indomani della vittoria di Trump, ha rivelato che l’utenza globale riconosce a TikTok una libertà di espressione superiore agli omologhi americani. In questo video sul canale Genda Giada approfondisco come paradossalmente non fosse la Cina a creare ingerenze attraverso il proprio social, se non semplicemente non applicando le censure richieste dal Congresso Usa.
Bloccato il TikTok globale, la cosa più naturale sarebbe stata migrare su Douyin (抖音), l’applicazione gemella cinese (stesso logo), visibile solo in Cina. Tuttavia Douyin non permette agli utenti di iscriversi senza un numero di telefono cinese collegato a una carta d’identità, e non è visibile internazionalmente.
RedNote non è esattamente una applicazione simile a TikTok, ma una delle app di e-commerce che usa video invece di pagine per vendere, soprattutto prodotti femminili.
Questo ha portato a un ragionamento che rivela la pragmaticità della Cina sullo scacchiere.
Negli ultimi anni diverse applicazioni cinesi – Wechat, Taobao – hanno implementare funzioni che potessero competere con TikTok. Qui in Cina abbiamo app come Ebay o Amazon che sembrano la moderna versione dei canali di televendite con il Baffo e Wanna Marchi. Il rischio che potesse essere cancellata ha stimolato il potenziale per rimpiazzarla, con il favore del partito (che si traduce con il traffico di investimenti interni). Il fatto che la scelta sia ricaduta su una app di video ma anche e-commerce suggerisce che ci sia stata una ingerenza politica. Lo stesso Xi Jinping ha consigliato fortemente di adottare un approccio “people to people” per tentare di sanare il commercio internazionale dalla Cina, gravato soprattutto dall’aumento consistente dei dazi e delle sanzioni: insomma, per risanare l’economia mettete da parte il supporto politico e vedetevela faccia a faccia tra imprenditori.
Cosa c’è di meglio per fare ciò se non implementare una app social che mette letteralmente faccia a faccia americani e cinesi per fare trading? Ed ecco RedNote.
Come è nato questo trend? Grossi canali TikTok (come quello di Mariah Carey) sono migrati su RedNote per primi – Mariah Carey ha fatto a Pechino il concerto di Natale dopo che per anni, dalla pandemia in poi, i concerti di star internazionali erano spariti dal radar della capitale. Risultato: oceani di denaro nelle tasche di Mariah. Pochi giorni fa hanno fatto due concerti a Shanghai i Mayhem. Chissà se anche loro sono su RedNote. Facile pensare che molti altri influencer siano seguiti a catena, intuendo il trend in divenire.
*CEO Polyhedron AI Studio e Youtube Host a Genda Giada
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