“Enea ha bisogno di un fratellino? Certe domande non vanno fattem ci vuole rispetto”: lo sfogo di Paola Turani dopo i commenti insistenti
“Enea ha bisogno di un fratellino”. Una frase scritta da un follower, l’ennesima, sotto un tenero video del figlio che gioca con i cani. Un commento all’apparenza come tanti, ma che per Paola Turani, influencer da 2 milioni di follower, tocca un tasto molto intimo: quella dell’infertilità. Un dolore profondo, vissuto per otto lunghi anni prima dell’arrivo del suo piccolo Enea, che oggi torna a raccontare in un toccante sfogo su Instagram, trasformando la sua esperienza personale in un appello universale al rispetto e alla sensibilità.
“Vi avevo raccontato, ormai quattro anni fa, delle nostre difficoltà”, esordisce Paola, ricordando il difficile percorso affrontato con il marito Riccardo Serpellini. Otto anni di tentativi, di esami, di speranze puntualmente deluse. “Di quanto io abbia sofferto […] ogni volta che mi venivano fatte domande su una gravidanza“. Poi, la decisione sofferta di ricorrere alla Procreazione Medicalmente Assistita, l’ultima spiaggia per realizzare il sogno di diventare genitori. E infine, proprio quando tutto sembrava perduto, il miracolo: Paola scopre di essere incinta, naturalmente. Una gioia immensa, l’arrivo di Enea, che riempie la loro vita di una luce nuova.
“Nonostante abbia reso pubbliche le mie difficoltà la gente, da dietro uno schermo o per strada, non si risparmia qualsiasi battuta su una mia possibile gravidanza, ogni volta che mi vede un po’ gonfia o ingrassata”, scrive ora amareggiata. Sì, perché anche un semplice video del figlio che gioca con i cani di famiglia, Nadine e Gnomo, “i fratelli pelosi di Enea”, si è trasformato nell’occasione per commenti e domande indiscrete: “In questo momento non stiamo pensando di dare un fratellino o una sorellina a Enea, anche se non lo escludo per il futuro”, spiega Paola, “ma probabilmente, vista la nostra situazione, dovremmo farci aiutare o intraprendere il percorso di PMA. E, comunque, non è detto che ci riusciremmo”.
“In Italia sono circa 77-80 mila le coppie che annualmente ricorrono alla PMA”, ricorda la Turani, citando anche dati dell’Oms secondo cui “una persona su sei è affetta da infertilità nel corso della vita”. Numeri impressionanti, che dovrebbero far riflettere sull’impatto emotivo che certe domande possono avere. “Sensibilizzare le persone sul tema potrebbe aiutare a far capire che certe domande, per rispetto, non andrebbero poste, seppur con buone intenzioni, perchè potrebbero ferire”, conclude Turani. “Basterebbe avere un po’ più di tatto e sensibilità sull’argomento, basterebbe non chiedere. Non sapete cosa sta passando la coppia in quel momento“. Un messaggio forte e chiaro, un invito a pesare le parole e a ricordare che, dietro a un sorriso o a un video su Instagram, possono nascondersi battaglie silenziose e ferite profonde.
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