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“L’Oms ci ha fregato”: perché la strategia di Trump e dei suoi è autolesionistica

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Lunedì, dopo il suo insediamento, Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che dà il via al ritiro degli Stati Uniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Rivolgendosi ai media nello Studio Ovale, Trump ha spiegato le sue motivazioni, affermando: “L’Oms ci ha fregato”.

Come ho scritto nel primo capitolo del mio libro appena uscito Managing and Preventing Pandemics: Lessons From Covid-19, che ha analizzato come l’impreparazione abbia giocato un ruolo chiave nel mancato contenimento degli effetti mortali del Covid-19, per prepararsi efficacemente a future pandemie, i piani nazionali aggiornati da soli non sono sufficienti. È necessaria anche una strategia sovranazionale che coordini gli sforzi di prevenzione tra i Paesi. Pertanto, l’Oms, la cui missione è “promuovere la salute per tutti”, svolge un ruolo fondamentale nella gestione di una pandemia globale.

Durante la pandemia, l’Oms è stata al centro di teorie della cospirazione e di vergognosi attacchi politici, il più imbarazzante dei quali è arrivato dall’ex e nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Nel 2021, dopo prolungate minacce di ritirare i finanziamenti, Trump ha formalmente notificato al Congresso americano e alle Nazioni Unite l’intenzione di ritirare gli Stati Uniti dall’Oms. La maggior parte delle accuse di Trump contro l’Oms erano totalmente infondate e potenzialmente destinate a distogliere l’attenzione dal fallimento abissale della sua amministrazione nella gestione della crisi sanitaria.

Negli anni precedenti alla comparsa del Covid-19, l’amministrazione Trump non solo ha ignorato le raccomandazioni scientifiche per prepararsi a future pandemie, ma ha anche licenziato l’intero team di ricercatori ed esperti incaricati di monitorare i focolai, tra cui il prof. Alexander Azar, il cosiddetto “zar della salute globale”. Come ha sottolineato Jeffrey Shaman della Columbia University, lo scioglimento dell’intera unità responsabile della salute e della sicurezza globale nel Paese non è stata “solo inettitudine, ma anche sabotaggio”. La task force Covid-19 della Casa Bianca era guidata da Mike Pence, noto per il suo estremismo evangelico e per aver diffuso bufale antiscientifiche, come l’affermazione infondata che “il fumo non uccide”.

Il coronavirus ha causato 1.219.487 morti negli Usa.

Ora Trump è tornato ad attaccare l’Oms. E la versione 2.0 dei suoi attacchi ha similitudini con la prima versione: si basano su fake news e argomentazioni fallaci. Ne ricordiamo alcune su Obama (“nato in Kenya”), sul riscaldamento globale (“creato da e per i cinesi al fine di rendere non competitive le industrie statunitensi”) e sui messicani (“la maggior parte…sono stupratori”). Le numerose fake news di Trump, più di ventimila durante il suo mandato, hanno portato alla creazione dell’opera d’arte chiamata “Il muro delle bugie”. Come ha detto uno dei partecipanti a uno degli incontri Zoom del Covid Crisis Group, un team di 34 esperti che ha pubblicato il libro “Lessons from the Covid War”: “Trump era una malattia concomitante.

Trump ha mostrato le sue notevoli doti “ballistiche” anche in relazione alla pandemia. Ricordiamo che il 2 febbraio 2020 Trump credeva di aver già sconfitto il virus “cinese” e il 25 febbraio dello stesso anno ha dichiarato che le persone che avevano contratto il virus stavano già migliorando. Due giorni dopo, ha dichiarato ottimisticamente che il virus sarebbe scomparso “come per miracolo”. Consigliava inoltre di “iniettare dosi di disinfettante” nei pazienti con la malattia da coronavirus (Covid-19) “per uccidere il nemico invisibile e ripulire i polmoni dal virus”.

Tentare di indebolire il potere dell’Oms, come fanno Trump e i suoi sostenitori, è una strategia sbagliata e autolesionista. In un mondo sempre più interconnesso e alle prese con sfide sanitarie globali che vanno oltre i confini geografici, un’organizzazione sanitaria globale non è solo importante, ma essenziale. L’Oms ha commesso degli errori durante la pandemia, ma invece di ritirare i finanziamenti e il sostegno all’organizzazione, il mondo ha bisogno di un’Oms più forte e indipendente, in uno spirito di collaborazione internazionale, solidarietà e cooperazione tra i Paesi. L’alternativa è l’unilateralismo, il nazionalismo e l’interesse personale populista, che non solo non permettono di prevenire future crisi sanitarie globali, ma favoriscono anche tensioni e conflitti internazionali.

De Vogli R. Managing and Preventing Pandemics: Lessons From COVID-19. Routledge, London and New York, 2025

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