Zelensky: “Pensiamo a un formato per colloqui di pace con la Russia”. E sui contatti Trump-Putin: “L’Ucraina non può essere esclusa”
Continuare a fornire supporto, ma iniziare anche a pensare a quale formato proporre per i futuri colloqui di pace con la Russia. Non lo chiedono gli alleati a Kiev, ma direttamente il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ribadendo anche che affinché le trattative possano andare a buon fine la presenza dei rappresentanti del suo Paese è fondamentale. “Capisco che i contatti possano essere in formati diversi, penso che dovremmo concentrarci su questo oggi – ha detto – È impossibile escludere l’Ucraina da qualsiasi piattaforma negoziale”.
Il capo di Stato ucraino ha parlato a margine di un incontro con la presidente della Moldova, Maia Sandu, in visita nel Paese. Secondo il presidente ucraino, “prima di ogni riunione, qualunque sia, bisogna stabilire un formato sulla carta, penso che dovremmo concentrarci su questo” per poter arrivare a “una pace giusta“. Parole che sembrano rispondere alla strategia di Vladimir Putin che da giorni si rivolge direttamente ed esclusivamente a Donald Trump, nel tentativo di isolare i colloqui sull’asse Washington-Mosca.
Nella sua ultima intervista al Foglio, Zelensky ha commentato anche le parole del presidente americano esprimendo apprezzamento. Tuttavia, Zelensky manifesta dubbi sulla concretezza del piano di pace di Trump: “Penso che non abbia chiari i dettagli”. Ribadisce quindi che la fine della guerra in larga parte “dipende da noi ucraini e dalle garanzie di sicurezza“. E tra queste c’è certamente l’adesione alla Nato, ombrello che renderebbe più difficile in futuro nuove offensive russe in territorio ucraino: “Abbiamo scoperto a nostre spese quanto sia pericoloso scambiare qualcosa di reale, come le armi nucleari, con parole scritte sull’acqua”, ha detto riferendosi al Memorandum di Budapest del 1994 in cui l’Ucraina cedette le proprie armi atomiche in cambio di garanzie di sicurezza da parte di Stati Uniti, Russia e Regno Unito. Zelensky invia quindi un messaggio di determinazione: “Non cederemo più nulla senza avere in cambio una seria assicurazione di pace”.
L’ipotesi di una soluzione che preveda l’assistenza di alcuni Paesi senza il coinvolgimento degli Stati Uniti, che con Donald Trump non sembrano essere disposti a diventare lo sceriffo sul fianco Est dell’Alleanza, non piace al presidente ucraino: “Se non ci sono gli americani, gli europei non si prenderanno la responsabilità di fermare i russi”. Un’alleanza incompleta non offrirebbe sicurezza sufficiente, dice, contro un “serial killer in giardino“.
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