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Inchiesta Hydra sull’alleanza delle tre mafie in Lombardia, la Cassazione dà ragione ai pm: “Parrino va arrestato”. Ma lui non si trova

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Non si trova, i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano lo hanno cercato per ore. Nel suo appartamento di Abbiategrasso, nel bar di famiglia, nel vicino capannone, ma di Paolo Errante Parrino, detto lo zio, nessuna traccia. Da ieri mattina il suo arresto per associazione mafiosa è diventato esecutivo e questo dopo che la Cassazione ha rigettato il ricorso dei suoi legali nei confronti della sentenza del Riesame che a sua volata aveva accolto l’appello della Procura, dopo che nell’ottobre 2023 il gip Tommaso Perna aveva rigettato la richiesta d’arresto del pm Alessandra Cerreti.

Secondo la Procura che ha incassato il giudizio positivo della Cassazione, Parrino è rappresentante apicale del nuovo sistema mafioso lombardo composto da esponenti di Cosa nostra, ‘ndrangheta e Camorra romana. E lui, Parrino, viene incasellato nel braccio di quella Cosa nostra di Castelvetrano legata a doppio filo agli interessi in Lombardia dell’ex latitante Matteo Messina Denaro. In tasca, prima dell’indagine Hydra sul consorzio mafioso, Parrino si tiene una condanna definitiva per mafia (1997) condivisa con Ciccio Messina Denaro, padre defunto della defunta primula rossa Matteo.

La decisione della Cassazione è arrivata ieri sera e la comunicazione a Milano è arrivata questa mattina. I carabinieri sono così andati ad Abbiategrasso, al suo domicilio e a quello dei figli. Per quel che risulta, si esclude che Errante Parrino sia fuggito in Spagna dove risiede e lavora la figlia. Più probabile che si trovi nascosto in qualche luogo dell’hinterland di Milano, tra Abbiategrasso e il territorio di Pavia. La Procura durante l’indagine ha monitorato diversi summit con esponenti del consorzio officiati nel capannone di Parrino e alla sua presenza. Per quel che emerge dagli atti dell’indagine, Parrino che risulta anche parente di Matteo Messina Denaro, negli anni ha avuto vie preferenziali all’interno dell’amministrazione pubblica locale, con consiglieri, assessori e anche con lo stesso sindaco. Annota la Procura: “I contatti di Errante Parrino con l’amministrazione comunale non sono sporadici e occasionali, bensì descrivono un collegamento che si può definire privilegiato e di confidenza”. Ora, però, a oltre un anno dalle ordinanze con cui il gip Perna rigettò ben 143 richieste di arresto, confermandone solo 11 e non per mafia, Errante Perrino non si trova. Né lui né la moglie parente diretta con Messina Denaro. Nel frattempo nei giorni scorsi si è reso irreperibile un narcos legato al consorzio e il cui fratello è stati coinvolto in una sparatoria nel comune di Dairago.

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