Liliana Segre pessimista sulla memoria della Shoah: “Sarà ridotta a una frase nei libri di scuola. Accadrà come in 1984 di Orwell”
Quando spariranno gli ultimi superstiti e “sarà finita la generazione dei figli” e “dei nipoti forse” la Shoah “sarà ridotta a una frase nei libri di scuola”. È il timore di Liliana Segre. La senatrice a vita, dicendosi “di natura pessimista”, ha raccontato le sue convinzioni in un’intervista con Marco Vigevani, presidente del comitato eventi del Memoriale della Shoah. La conversazione sarà online il 27 gennaio, giorno della Memoria, sul sito del Memoriale.
Per la senatrice, vittima di una nuova ondata di attacchi sui social soprattutto da quando diverse sale cinematografiche e alcune istituzioni in giro per il Paese, come il Comune di Milano, hanno messo in calendario la proiezione del documentario ‘Liliana‘, diretto dal regista Ruggero Gabbai e dedicato alla vita della 94enne sopravvissuta ai campi di sterminio, il rischio è che accada “come 1984 libro di George Orwell in cui vengono riscritti i libri e tutte le generazioni sanno quello che il governo vuole che si sappia”.
Segre, alla vigila del giorno della Memoria, si mostra pessimista sul tema del ricordo della Shoah. La sua convinzione, spiega, è legata alla parola ‘indifferenza‘ che lei ha voluto fosse apposta, enorme, all’ingresso del Memoriale realizzato nel binario sotterraneo della Stazione Centrale di Milano da cui partirono i vagoni piombati verso i campi di concentramento.
La senatrice ha deciso quest’anno di ridurre gli impegni. Per il 27 gennaio parteciperà a due incontri dedicati alla memoria, quello organizzato al Quirinale il 28 gennaio e quello del 6 febbraio organizzato al Memoriale della Shoah dalla Comunità di Sant’Egidio. Gli insulti sicuramente non passano indifferenti ma, ha assicurato il figlio, l’avvocato Luciano Belli Paci pochi giorni fa, la madre “non è tipo da fermarsi”. Proprio due giorni fa la procura di Milano ha chiuso l’inchiesta nei confronti di dodici persone accusate di diffamazione e istigazione a delinquere per motivi di odio razziale nei suoi confronti via social ed e-mail.
I commenti contro la senatrice a vita sono ormai quotidiani. Sotto un post pubblicato su Facebook dal cinema Raffaello di Modena con l’annuncio della messa in onda del docu-film, sono comparsi quasi 500 commenti, la maggior parte dei quali con offese, anche antisemite e considerazioni sgradevoli nei confronti di Segre. A scatenarli il conflitto in Medio Oriente che vede coinvolti Israele e Palestina. A Pordenone, invece, manifesti che promuovevano la giornata della Memoria sono stati imbrattati con scritte antisemite come “basta propaganda sionista, ebrei bugiardi”.
Alla senatrice meneghina da tempo oggetto di attacchi online è arriva, nelle scorse ore, la solidarietà dell’ex presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che su Facebook ha scritto “insultando lei, insultate noi. Con te Liliana Segre, sempre. E grazie per aiutarci a coltivare la memoria”, e quella della presidente della Fondazione Fossoli, Manuela Ghizzoni secondo cui, alla luce dell’episodio modenese, “è venuto il momento di tracciare una linea netta da non oltrepassare, perché la situazione sta degenerando in maniera non più tollerabile”.
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